Le Guerre appaiono inevitabili: lo appaiono sempre quando per anni non si fa nulla per evitarle.
giovedì 2 gennaio 2014
DAL SATYRICON AL POPULISMO: STORIE DELL’ALTRO MONDO.
Oggi è il 2 gennaio: 94 anni fa nasceva Isaac
Asimov; 72 anni fa in America c’era il "Duquesne Spy Ring", il più grande caso di
spionaggio americano di sempre dove dei nazisti furono condannati complessivamente a tre
secoli di reclusione.
Il mio pensiero però va ad
approfondire una parola: Satira.
Termine nato nell’antica
Roma grazie a Petronio ed alla sua opera dedicata a racconti ironici, surreali
e piccanti con sfondo politico e sessuale, lo scrittore preferito da Nerone
scriveva così:” Fu la paura che per prima creò gli dèi nel mondo” “Che
cosa possono farci le leggi, dove il denaro è sovrano, | dove la povertà non
può trionfarci mai? | I Cinici, persino, che vivono con il sacco in spalla, |
tante volte, per i soldi, ci vendono il vero. | La giustizia è una merce, tutta
esposta lì in piazza, | e il cavaliere che giudica dà la ragione a chi compera”
(Petronio, Satyricon, traduzione di Sanguinetti).
Partendo da questa riflessione abbastanza attuale, leggo
dalle principali testate italiane e dal Wall Street Journal che la novità del
giorno è l’acquisizione dell 100% di Chrysler da parte della Fiat.
La notizia quindi ha avuto un eco europeo molto
forte, ma allo stesso tempo un basso appeal in America: Né il NY Times né il
Washinghton Post dedicano un rigo all’alfiere di Obama delle ultime elezioni.
Marchionne credo non
sia molto amato in America: un po’ perché Canadese di adozione, un po’ perché non
americano ma di successo in America; credo inoltre sia tra gli uomini più
odiati d’Italia per la rinuncia a “Fabbrica Italia”; le polemiche con la FIOM;
l’assenza di nuovi prodotti; gli endorsement politici sempre fallimentari etc…
In Italia nel 2010 dopo il famoso accordo diceva
dalle pagine di Repubblica:”"Questo è il momento di accettare il cambiamento come la
possibilità per creare una base di ripartenza sana, come un'occasione per
iniziare a costruire insieme il Paese che vogliamo lasciare in eredità alle
prossime generazioni; Le logiche economiche e finanziarie - ha proseguito l'A.D.
della Fiat - ci spingerebbero verso altre scelte e verso altri paesi che
offrono condizioni più vantaggiose e maggiori certezze, ma credo che la Fiat
abbia il dovere di guardare prima di tutto all'Italia, per quello che ha sempre
rappresentato e per quello che significa ancora oggi per il Paese”;
Com’è andata a finire si sa.
Nel febbraio 2012, al SUperBowl Americano,
Marchionne diceva così:”"it
was a messageabout the kind of company
we are building; it pay an homage to our culture and our roots; the imported
from Detroit philosophy has resonated even beyond those who were born and
raised in Detroit; it’s not about a product; it’s about a mission. It’s not
about a building cars and trucks but about the spirit that motivates our
embrace of this mission.”
Bene, a me per commento
mi viene in mente una frase satirica presa da “Il Populista” che qui riporto: “ Marchionne:
Non lascio l' Italia”. Ma in molti giurano che frequenta un'americana.”
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