EXPO a confronto…
Tra due settimane inizierà l’EXPO di Milano 2015.
Sorvolando sulla scia di polemiche e problemi, è sintomatico che proprio oggi
nel 1900 avveniva l’ Expo più importante della storia in Francia a Parigi.
Nel pieno della seconda rivoluzione industriale
(1870-1920), la Francia confermava la sua vocazione di laboratorio ideale per i
nuovi ritrovati della tecnologia e per tutte le espressioni dell'ingegno umano.
Prova n'è il fatto che di dodici "esposizioni universali",
ufficialmente riconosciute dal BIE (Bureau International des Expositions, in
italiano "Ufficio Internazionale delle Esposizioni"), quattro si
erano tenute nella location parigina, mentre all'acerrima rivale Londra n'erano
toccate due soltanto.
L'EXPO d'inizio secolo premiò nuovamente la "città della Senna" e
questa volta si trattava di un evento epocale, sia per la quantità e la qualità
del patrimonio esposto, sia per il livello di modernità che la capitale si
apprestava a raggiungere in vista del prestigioso appuntamento. Dieci anni dopo
l'inaugurazione della celebre Torre Eiffel, altre opere erano in cantiere e
promettevano una significativa trasformazione dell'assetto urbano: dalle
stazioni ferroviarie di Gare de Lyon e Gare d'Orsay (oggi sede del Museo
d'Orsay) ai padiglioni espositivi di Grand Palais e Petit Palais.
Ecco spiegato il boom di presenze per l'EXPO, oltre cinquanta
milioni di visite, che solo un'altra esposizione (Osaka 1970) fece registrare.
Dentro le aree espositive si poterono ammirare brevetti di portata tecnologica
epocale. In primis il motore diesel alimentato da olio di arachidi, brevettato
dal francese Rudolf Diesel; la prima scala mobile commerciale, realizzata
dall'inventore americano Charles Seeberger; il cinematographe dei fratelli
Lumiere; il Telegraphone dell'ingegnere danese Valdemar Poulsen; mobili
moderni, arazzi e oggetti d'arte caratterizzati da linee curve e ornamenti di
tipo vegetale o floreale; tra i manufatti artistici riscossero enorme successo
piccole bambole di legno vestite secondo la tradizione contadina russa: fu
l'esordio delle matryoshka, ideate dall'industriale e collezionista d'arte Savva
Mamontov.
No tax zone....
Primaria importanza ha la notizia riportata da Bloomberg
sulla pressione fiscale in America. La celebre società di rating Santard &
Poor, si avvale da sempre di un indice per calcolare la pressione fiscale delle
aziende: lo S&P500. Tramite questo indice quest’anno è stato rilevato che 54
aziende americane, il doppio del 2014, sono esentate dal pagamento delle tasse
sui guadagni. La speigazione è presto detta: in parte molte società hanno
compiuto una “inversione” esportando all’estero le loro sedi fiscali ed i
guadagni, pertanto non pagano le tasse in USA; in più molte si sono trasformate
in Trust d’investimento che appunto non pagano il fisco, oppure in REIT, che
non sono riconosciute dal Internal Revenue Service come corporazioni societarie.
Una delle società Americane più famose, la Equinix Inc., con tale
trasformazione ha ridotto del 10% il proprio carico fiscale. Con il 35% di
contributi imponibili alle società, gli USA hanno il più alto Tax rate del mondo
Occidentale.
Legalizzatela!!!
Brooklin –NY. Finire in prima pagina sul NY Times non
succede tutti i giorni, e soprattutto se il motivo è che si è un consumatore abituale
di marijuana, ma Cathrine Hiller c’è riuscita lo stesso. Per quanto lei rifiuti
l’idea che la marijuana sia una droga, avendola fumata tutti i giorni per 50
anni, almeno un effetto conseguente lo deve riconoscere: non è stata arrestata,
non è divenuta obesa, non è nemmeno divenuta un’eroinomane in un vicolo
malfamato….no! Ha scritto un libro: “Just
Say Yes: A Marijuana Memoir.” Riguardo la famosa erba, nessun rimpianto: da
figlia di un attivista americano, moglie e madre di tre figli, non ha nè rimpianti
né brutti momenti legati all’uso dell’erba. La 68enne ha infatti dichiarato: “La
mia è la storia di tutti coloro che ogni giorno fumano. E allora? Che problema
c’è? Che è successo?” Nel libro si possono leggere le accuse della scrittrice
alle leggi americane ed alla disparità tra consumatori di Marijuana bianchi e
neri; alle banche che riciclano i soldi derivati dal traffico di droga ed all’ingiustizia
del sistema civile americano.
il gioco del trono in UK...
Londra: Il WSJ si prepara alle prossime elezioni in
Inghilterra con il gioco delle coppie: due candidati a sinitra, 4 protagonisti da
supporto a destra, e cliccando ottieni le possibilità e le motivazioni di una
ipotetic alleanza. Clamorosa la possibilità di un alleanza, a detta del
giornale, tra Farange e Cameron: nemici giurati, bersagli incrociati dei
rispettivi attacchi politici, mai a confronto, leader di due partiti, i
conservati e lo Ukip, a dir poco antitetici, lo Ukip, per voce di Nigel Farange
vuole l’Inghilterra fuori dall’Europa, ed al tempo stesso supportare i piccoli
partiti conservativi con un referendum sull’uscita dall’Europa: il partito
potrebe appoggiare in parte i conservatori. Cameron, in compenso, ha dichiarato
di non voler avere nulla a che fare con lo Ukip.
Armi di distruzuione con la a....
Roma: Allora, facciamo una premessa che poi è una ripetizione di
cose già scritte varie volte su questo Blog. Il “Patto di Stabilità e Crescita” è un
accordo, stipulato e sottoscritto nel 1997 dai paesi membri dell’UE, finalizzato al controllo dei bilanci
nazionali. Ora, i paesi che vogliono continuare a usare l’Euro devono rispettare
i seguenti parametri:
1) 3% del PIL come massimo di disavanzo statale (se per
esempio uno Stato guadagna 100, non può avere più di 3 al netto del rapporto spesa/guadagno);
2) Un debito pubblico
inferiore al 60% del PIL (quindi se lo Stato ha 100 come guadagnio, il rapporto
spese/ricavi non può essere superiore a 60).
Questo significa che se per
esempio il PIL italiano diminuisce, gli investimenti devono immediatamente
diminuire per mantenere la proporzione. Quindi, premesso che uno Stato può
spendere fino al 3% più di quanto guadagna (secondo quanto speigato sopra) e che tale spesa deve essere prevista,
ecco la spiegazione del DEF che serve ad adeguare la legislazione nazionale
agli impegni presi con l’Europa e che al punto 2 introduce le previsioni di
spesa del Governo, da quest’anno addirittura per un triennio.
Il “deficit programmatico” è, in un dato anno (il 2015 nel nostro
caso), la cifra (calcolata in percentuale sul PIL) di quanto il governo vuole
spendere più di quanto guadagna (questa cifra va coperta facendo nuovo debito
pubblico: per questo si chiama anche “indebitamento netto”).
Il deficit tendenziale,
invece, è una stima fatta sempre dal governo su quanto sarà effettivamente il
deficit in un certo anno. In teoria questi due numeri devono essere uguali: se
il deficit programmatico è inferiore al tendenziale, allora il governo deve
tagliare qualche spesa, aumentare le entrate o fare più debito pubblico del
previsto. Se invece l’obiettivo programmatico è superiore al deficit tendenziale,
allora vuol dire che il governo a fine anno avrà , o meglio, “si stima che avrà”, delle risorse in più da spendere.
Premesso tutto ciò veniamo all’articolo de Il Sole
24Ore, a dir poco critico con le dichiarazioni del Premier Renzi sull’esistenza
di un "Tesoretto" da spendere per il prossimo triennio e fuoriuscito dalle
previsioni del DEF: “Armi di dstrazione di massa” è il titolo schock a firma
del ViceDirettore Forquet. Precisa infatti l’articolo che quei soldi (bonus di
1.6Miliardi) in effetti non ci sono e non ci saranno: sono la differenza tra un
2.5% ed un 2.6% di spesa; si parla della differenza tra quanto si è ipotizzato di investire
e quanto si è messo a disposizione, ma si parla pur sempre di stime. Ed è
abbastanza strano che un governo che ha dovuto ricorrere alla pressione fiscale
per trovare pochi milioni di euro di coperture alla decontribuzione dei tributi
per chi assume; che deve trovare 16 miliardi per evitare l’aumento dell’IVA;
che prevede 5.2 miliardi di tagli alle regioni; che ha già messo in attivo 3.3
miliardi di utili frutto della lotta all’evasione (tutti da ottenere); che
confida su 1.7 Miliardi di sconto dalla UE e che deve trovare 1 miliardo per la
bocciatura della Robiin Tax esulti e si rivenda dei soldi materializzati dal
nulla, basati su delle stime che sarebbe meglio tra l’altro tenere a riserva. Oltretutto
il differenziale sarebbe influenzato da una previsione, che appunto è prevista
ed attualmente non è concreta, di un
aumento del PIL da 0.6 a 0.7 per il 2016….il 5 marzo il Pil italiano era
registrato ancora al minimo storico: certo è il caso di essere ottimisti e
prevedere un’aumento. Se diminuisse ancora….