Notizia del giorno, della scorsa settimana e sicuramente
delle prossime in Italia, è la votazione del decreto sull’IMU-Bankitalia alla
Camera, votato un giorno prima della scadenza del decreto tramite una decisione
di anticipare la votazione da parte della Presidente Boldrini, interrompendo le
discussioni in Parlamento che il M5S voleva ritardare il più possibile e
possibilmente far scadere. L’eco della notizia è stato notevole, anche perché è
la prima volta nella storia della Repubblica che un Presidente della Camera attua
questa misura(detta “Ghigliottina” e ribattezzata da Grillo:“Tagliola”).
Preciso una cosa: non è mia intenzione
esprimermi sull’accaduto, anche perché non è lo spirito di questo non-Blog.
Dalla lettura dei giornali noto a mio avviso che: gli unici giornali contrari o
per lo meno critici alla votazione sono Il Fatto Quotidiano e La Stampa;
fondamentalmente contrario all’opposizione del M5S La Repubblica; salomonico il
Corriere della Sera che riporta le dichiarazioni di Saccomanni che accenna in
superficie al provvedimento sulla Banca, e si dilunga molto sulla seconda rata
dell’IMU che andrà ad essere levata.
Pochi giorni prima si poteva leggere dal
Corriere che la Boldrini, malgrado le insistenze del governo, aveva deciso di
non fare ricorso allo strumento del voto anticipato sollevando le polemiche del
Governo per bocca del Ministro Franceschini che vedeva condannati gli italiani
a pagare la seconda rata dell’IMU anche per colpa della Presidente.
Vediamo cosa dice il decreto: con la sua
approvazione viene abolita la seconda rata IMU grazie all'entrata di 1 miliardo
e mezzo di euro circa che entra nelle Casse dello Stato, ma di contro, vengono
contestualmente rivalutati alle banche circa 7,5 miliardi che mettono al sicuro
Banca Intesa San Paolo e Unicredit al vaglio futuro della BCE.
Davvero si regalano 7.5 Miliardi di euro alle
banche?
Così funziona: con il decreto approvato si
attua la rivalutazione fino al suesposto valore, “delle quote” di Bankitalia,
ferme ai 156mila euro di valore dal 1936.
Tali riserve sono appunto dei “titoli”
pubblici il cui valore si trasformerà in un giorno da 156k a 7.5 miliardi di
euro.
La tesi del M5S è che devono essere i soci(le
banche che possiedono i titoli di Bankitalia) a sborsare danaro per
ricapitalizzare la propria azienda, mentre in questo caso il meccanismo
funzionerà, a loro dire, al contrario, come una sorta di scalata a debito; il
governo sulla regolarità della cosa è stato invece muto
La risposta di Saccomanni al Sole 24 Ore è: “Non
ci saranno regali alle banche!”
Tornando al contenuto del Decreto
Imu-Bankitalia, esso stabilisce che nessuno degli azionisti potrà detenere più
del 3% della Banca Centrale (prima era il 5%), ed oggi ci sono gruppi bancari
che hanno molte più azioni: basti pensare che solo i gruppi di Intesa e
Unicredit assieme detengono oltre il 50%. In questo nuovo scenario dunque, i “grillini”
prevedono che molte azioni potrebbero finire a soggetti controllati da banche
straniere; per il governo invece è un modo per permettere alla Banca d'Italia di ricomprarsi le azioni(ad un prezzo immensamente superiore "nda").
Ultima osservazione: i decreti leggi dovrebbero essere emanati su
argomenti di necessità ed urgenza, ma anche su “singoli argomenti”. Qui il
decreto verte su IMU, ricapitalizzazione Bankitalia e condono edilizio.
Sotto questo aspetto, non risaltato da
nessuno, sicuramente c’è una
irregolarità costituzionale.