Le Guerre appaiono inevitabili: lo appaiono sempre quando per anni non si fa nulla per evitarle.

sabato 12 dicembre 2015

“IL REATO DI CHI SVALIGIA UNA BANCA È NULLO RISPETTO A QUELLO DI CHI LA FONDA”


Roma: Non si parla d’altro ormai che del c.d. “Decreto salvabanche”; vediamo una rassegna stampa presa da alcuni giornali specializzati; IlSole24Ore ed Il FattoQuotidiano. 
Il 22 novembre si è varato il salvataggio di quattro istituti di credito il cui destino era in bilico da mesi: CariFerrara, Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti: nel tecnico, salvi depositi, conti correnti e obbligazioni ordinarie, pagano azionisti e titolari di obbligazioni subordinate.
Il decreto in questione non propone alcun finanziamento pubblico né il Bail-in, cioè la possibilità per la banca in caso di difficoltà, di poter attingere dai conti concorrenti privati. Per i clienti dunque all’apparenza nulla è cambiato, essendo le sedi ed i dipendenti normalmente operative, ma la verità è che le quattro banche sono quattro banche nuove possedute dallo stesso Fondo di Risoluzione.
Quello che non si dice, o si dice poco, è che questa è stata l’unica soluzione proposita dal governo ed accettata dall’Europa (quindi a contrario, imposta dall’inizio).


In pratica, con un CdM riunito “ad hoc” il Fondo di Risoluzione composto dalle tre banche sane (Intesa, Unicredit, UBI), che è quello che materialmente è incaricato a salvare le quattro banche, metterà a disposizione 3.6 Miliardi di euro di cui solo 2 miliardi rientreranno entro 18 mesi grazie al circuito delle 208 banche non-Bcc; nel pratico ognuna delle banche salvata è stata divisa in una parte buona ed una cattiva; in quella buona (“bridge bank” o “good bank”) sono inclusi i crediti correnti, i depositi ele obbligazioni  ordinarie; il capitale ricostruito grazie all’intervento del Fondo il cui Presidente è De Polis, con Nicastro (ex Unicredit) Direttore Generale. Contemporaneamente assieme alla good bank è stata creata una “bad bank” senza licenza ad operare. Entrambe le parti (good e bad) saranno vendute o comunque liquidate. A livello numerario la parte investita dal fondo che non sarà recuperata nelle bad, ammonta a circa 1.7 miliardi; nella parte buona da rivendere e recuperare l’investimento è di 1.8M, in totale 3.6 Miliardi.

Ora la nota dolente:  Le perdite sono state assorbite in prima battuta da azioni e "obbligazioni subordinate"(titoli caratterizzati da un maggior rendimento ma con un rischio superiore rispetto alle obbligazioni ordinarie); facendo così sono circa 130mila i piccoli risparmiatori che hanno perso i propri soldi investiti in questo tipo di prodotto. La “bad bank” si accolla i crediti deteriorati per 8,5 miliardi che vengono massicciamente svalutati a 1,5 con l'obiettivo di cederli rapidamente sul mercato.  Se un merito però si può attribuire a questo decretosalva-banche è quello di aver svelato la pochezza delle argomentazioni auto-assolutorie con cui la politica e la Banca d’Italia cercano ora di scaricare il barile delle responsabilità su Bruxelles.
Emblematica l’analisi di Barbagallo, capo della Vigilanza della Banca d’Italia, sotto i riflettori delle accuse per mancato controllo, con ammissione di impotenza (e di colpevolezza) su tutta la linea: dalla presunta impossibilità della Vigilanza di intervenire sulle situazioni più gravi, fino ad arrivare all’oggi quando Bankitalia si interroga sull’opportunità di vietare il collocamento degli strumenti più rischiosi alla clientela retail. Di qui la dimostrazione della totale incapacità del sistema su un tema tanto delicato e tanto strategico, considerata anche l’enorme diffusione che le obbligazioni bancarie e le azioni delle banche popolari hanno presso il pubblico, soprattutto a causa delle modalità anche fraudolente con cui sono state collocate dalle banche stesse omettendo la situazione drammatica delle stesse banche. Modalità sulle quali, peraltro, le autorità di vigilanza hanno colpevolmente chiuso gli occhi per decenni.



Padoan ha parlato di  “sostegno a chi a causa delle perdite subite si trovi in condizioni di indigenza”. Non un risarcimento, dunque, ma un’elemosina. “I benefici derivanti dalle prestazioni del Fondo non sono cumulabili con eventuali altri proventi di carattere risarcitorio o indennitario connesso agli stessi”. Un modo per scoraggiare i risparmiatori truffati dal far causa alle banche e aConsob e Bankitalia per gli omessi controlli. Responsabilità precise in questa situazione però le ha anche la politica, come ha sottolineato Barbagallo in Commissione Finanze: “In più occasioni la Banca d’Italia ha pubblicamente sollecitato interventi normativi che vietassero il collocamento degli strumenti più rischiosi presso i piccoli risparmiatori, limitandolo a operatori specializzati”. Sollecitazione caduta appunto nel vuoto.
Non solo: Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi hanno anticipato la liquidità necessaria “a tassi di mercato” che guarda caso vengono tenuti rigorosamente riservati facendo sorgere il legittimo sospetto che le “primarie banche finanziatrici” guadagneranno un bel po’ di quattrini a rischio zero, visto che oltretutto il finanziamento è garantito in ultima istanza dalla Cassa Depositi e Prestiti.

Dall’audizione di oggi di Padoan alla Commissione Finanze: “Non si può escludere che le banche abbiano venduto obbligazioni subordinate a persone che presentavano un profilo incompatibile con la natura di questi titoli di investimento, ma questo è quanto andrebbe accertato con un’analisi di ogni singola posizione.” Questo in risposta anche all’accusa di Hill della Commissione UE: migliaia di piccoli investitori sono stati truffati senza che Consob o Bankitalia intervenissero; un risparmiatore poco o male informato è potenziale vittima di abusi. Occorre aumentare l’informazione e la capacità di valutazione dei risparmiatori per ridurre le asimmetrie informative e il rischio di abuso.

mercoledì 4 novembre 2015

“IL VATICANO NON SA QUANTO SPENDE!”


Da IL FATTO QUOTIDIANO, Roma: Dai libri di Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi in uscita il 5 novembre emerge un quadro allarmante sulla gestione delle finanze della Santa Sede in uno scandalo già definito come “Vatileaks2”.

Ma vengono con la fattura e allora dobbiamo pagare…. No, non si paga. Se una cosa è stata fatta senza un preventivo, senza autorizzazione, non si paga. (…)C-h-i-a-r-e-z-z-a. Questo si fa nella ditta più umile e dobbiamo farlo anche noi: prima di ogni acquisto o di lavori strutturali si devono chiedere almeno tre preventivi che siano diversi per poter scegliere il più conveniente (…)Se non sappiamo custodire i soldi, che si vedono, come custodiamo le anime dei fedeli, che non si vedono? Senza esagerare possiamo dire che buona parte dei costi sono fuori controllo. Queste le parole su un nastro pronunciate da Papa Francesco, registrato a sua insaputa durante una riunione a porte chiuse convocata per discutere dei bilanci della Santa Sede.
La trascrizione è finita nel libro “Via crucis” di Gianluigi Nuzzi in uscita il 5 novembre. Lo stesso giorno arriva in libreria anche “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi: due debutti preceduti dal clamoroso arresto di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda eFrancesca Chaouqui.

Vediamo i punti salienti:
Lo sacandal Bertone:
I Lavori di ristrutturazione al famoso superattico di Tarcisio Bertone sono costati 200.000 euro e sono stati pagati dalla fondazione del Bambin Gesù: Scrive Fittipaldi che da una ricognizione della società di consulenza PriceWaterhouseCoopers consegnata al Vaticano nel marzo 2014 emerge che è stata la onlus a saldare le fatture alla Castelli Real Estate. Il manager Giuseppe Profiti, ex presidente del Bambin Gesù, ammette tutto spiegando che la casa sarebbe poi stata messa a disposizione della fondazione per “finalità istituzionali”. Viene giustificata invece con lo svolgimento di “attività di marketing per conto dell’ospedale” la parcella da 23.800 euro pagata nel 2012 per l’affitto di un elicottero usato da Bertone per andare da Roma in Basilicata.

I buchi della Carità:
ci sono buchi da 700mila euro al supermercato; 500mila nei depositi di abbigliamento e 300mila in farmacia”.
Assoluto riserbo” su come vengono usati i soldi ufficialmente raccolti per le opere di carità, tanto che i dati non saltano fuori nemmeno quando a farne formale richiesta è una commissione voluta da Il Pontefice, appunto. Con il risultato che la Commissione referente sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa (Cosea) della Santa Sede  guidata proprio da Vallejo alla fine getta la spugna e ammette di non essere in grado di completare la posizione finanziaria consolidata a causa della mancanza di dati fondamentali”.

L’Obolo di S.Pietro:
 Nuzzi rivela che la Cosea si è vista rigettare dalla Segreteria di Stato la richiesta di avere notizie sull’uso dell’aiuto economico che i fedeli offrono al Santo Padre (l’Obolo), come segno di adesione e per le opere di carità in favore dei più bisognosi. Su 10 euro di contribuzione solo 2 finiscono alla disponibilità di Papa Francesco, gli alri 8 coprono i costi non giustificati. Si tratta di quasi 400 milioni di euro che, come mette nero su bianco il dicastero che coordina gli uffici della Santa sede, è “escluso dal bilancio consolidato e circa il suo utilizzo si è mantenuto finora un assoluto riserbo, nel rispetto delle superiori indicazioni..”

Il mistero del mattone Vaticano:
Nuzzi scrive che gli oltre 5000 appartamenti nel portafoglio dell’Apsa (l’amministrazione del patrimonio della sede apostolica) valgono 2,7 miliardi ma sono a bilancio per una somma sette volte più bassa. Fittipaldi amplia la visuale citando un documento della commissione referente secondo cui “ci sono 26 istituzioni relazionate alla Santa sede che possiedono beni immobiliari per un valore contabile totale di un miliardo di euro al 31.12.2012. Una valutazione di mercato indicativa dimostra una stima del valore totale dei beni di quattro volte più grande rispetto al valore contabile, o quattro miliardi di euro”. Ma un altro report confidenziale specifica che quasi sempre “gli immobili sono registrati o al costo di acquisizione o al costo di donazione, e molti edifici istituzionali sono valutati a 1 euro. Dunque c’è da aspettarsi che il valore di mercato del real estate vaticano sia molto più grande”.

I conti dello IOR:
questi non potevano mancare: la Banca Vaticana, sotto osservazione pper gli scandali dall’era Marcinkus, per alcuni un tempo definita come un Paradiso Fiscale, ospita ancora oltre 120 conti sospetti. “Tra cui una decina intestati a nomi eccellenti che potrebbero creare più di un disagio a Santa Romana Chiesa” scrive Fittipaldi. In Avarizia è citato il caso di Angelo Proietti: A Bankitalia sono rimasti di sasso quando la procura di Roma ha spedito oltre le mura un’altra rogatoria internazionale chiedendo conto e ragione di eventuali beni posseduti da Proietti. Anche questa vicenda dimostrerebbe che la Santa Sede scambia informazioni con procure e autorità antiriciclaggio di Roma solo col contagocce“. Lo IOR gestisce anche quattro fondi di carità - scrive Fittipaldi -. Incrociando le tabelle i preti non sembrano essersi svenati per i meschini e i disgraziati: nel 2013 e nel 2014 il fondo a disposizione della Commissione cardinalizia guidata dal cardinal Santos Abril y Castello non ha scucito un soldo bucato, nonostante un saldo in attivo di 425 mila euro. Il Fondo per opere missionarie ha in pancia 139 mila euro, somma costituita soprattutto da donazioni interne, ma negli ultimi due anni ha elargito per “opere missionarie” solo 17 mila euro». «Anche il fondo nato per finanziare le Sante Messe, seppur più cospicuo (ha un saldo arrivato a 2,7 milioni di euro) ha preferito tenere i denari in saccoccia: nel 2014 sono stati girati ai sacerdoti di tutto il mondo la minuscola cifra di 35 mila euro». Dal libro di Nuzzi emerge che tra i correntisti figurano ancora Papa Luciani e Paolo VI.


La Benzina:
««Il carburante - racconta «Avarizia - rappresenta per il dipartimento la fonte di guadagno e di margini più importanti, scrivono gli analisti di Ernst&Young. Le pompe di benzina sono due, e il prezzo per i consumatori è 20 per cento più basso rispetto a quello italiano.» ed inoltre «hanno fatto la fila alla pompa ben 27 mila persone, molte più di quelle autorizzate»».

Spese Pazze:
«A gennaio del 2015 - si legge in «Avarizia» - qualcuno ha inviato al Papa tutte le voci di spesa della neonata segreteria per l’Economia, che Bergoglio aveva affidato qualche mese prima a George Pell, il cardinale chiamato dall’Australia per raddrizzare usi e abitudini nefaste della curia che ha spadroneggiato durante l’era di Benedetto XVI. Centinaia di migliaia di euro per voli in business class, vestiti su misura, mobili di pregio, perfino per un sottolavello da 4600 euro». «Un elenco di spese pazze che ha raggiunto per appena sei mesi di attività del nuovo dicastero un totale di oltre mezzo milione di euro».

Da Pell a Vallejo:


Scrive Fittipaldi che “Il Papa deve sapere che l’uomo che lui stesso ha scelto per rimettere a posto le nostre finanze, il cardinale George Pell, in Australia è finito in un’inchiesta del governo sulla pedofilia, alcuni testimoni lo definiscono ‘sociopatico’, in Italia nessuno scrive niente. Deve sapere che Pell ha speso per lui e i suoi amici, tra stipendi e vestiti su misura, mezzo milione di euro in sei mesi. “Francesco deve sapere che la società di revisione americana che qualcuno di noi ha chiamato per controllare i conti vaticani ha pagato a settembre 2015 una multa da 15 milioni per aver ammorbidito i report di una banca inglese che faceva transazioni illegali in Iran. Deve sapere che la Santa Sede per guadagnare più soldi ha distribuito tesserini speciali a mezza Roma: oggi vendiamo benzina, sigarette e vestiti tax free, incassando 60 milioni l’anno”.



venerdì 31 luglio 2015

Non seguo alcun sistema di pennellatura: picchio sulla tela a colpi irregolari che lascio tali e quali. Impasti, pezzi di tela lasciati qua e là, angoli totalmente incompiuti, ripensamenti, brutalità. L'ardore di un essere con un'irradiazione di sole calante non è forse una cosa che esiste realmente?


Van Gogh: Inarrivabile esempio di genio artistico folle e incompreso, con capolavori insuperabili quali Campo di grano con volo di corvi e Notte stellata diede inizio all'arte moderna.

IO SONO IO, E VOI NON SIETE...


Dal NYT, Washinghton: In una delle campagnie elettorali per la rincorsa alla carica a Presidente della Casa Bianca meno ortodosse di sempre Donald Trump, forte della sua ricchezza. non si contiene nelle sue dichiarazioni: “I politici fanno solo chiacchiere!”

VENDICATE CECIL!


Daily Telegraph, Minnesota: Walter Palmer sta per affrontare l’accusa d prosecuzione per aver sparato alla leonessa Cecil.
I governativi stanno esaminando la denuncia depositata presso lo US Fish and Wildlife Service da Betty McCollum, una democratica Parlamentare del Minnesota. Le accuse sono gravi: truffa, corruzione e caccia di frodo. “Abbattere ed uccidere un animale in via di estinzione come il leone africano, non è caccia ma crudeltà”

LAMBORGHINI O NON LAMBORGHINI....



Dal WSJ, SANT’AGATA BOLOGNESE, Italia: Automobili Lamborghini, che dal  1998 è controllata dall’Audi e Volkswagen, attualmente sta producendo due auto sportive: Aventador ($404,195) e la Huracan ($241,945). Con questi nuovi modelli il famoso brand sta tentando di espandersi nel mercato mantenendo un cachet ed un prezzo che possa competere.

martedì 28 luglio 2015

“Quelle damine eleganti non sanno che io le conosco da cima a fondo e che le metterò nelle mie opere.”



88 anni fa si spegneva Matilde Serao: Tra le massime scrittrici di fine Ottocento e pioniera del giornalismo italiano, fondò e diresse (prima donna a farlo) un quotidiano, tuttora protagonista della sfera editoriale italiana.

Contrordine Compagni!


Bruxelles: Da Il Fatto Quotidiano di mercoledì 15 aprile
Il Fondo Monetario Internazionale(FMI) ci ha ripensato:”L’austerrity e le liberalizzazioni non spingono l’economia in alto, semmai in basso”: questa presa di posizione azzoppa il principale cavallo di battaglia dell’ideologia liberista, inforcato dal compagno Renzi per farci adottare il Jobs Act. 

Lord John Sewel and “Lord Cock”


Londra, Daily Mirror: Lord J.Sewel, poco noto in Europa, famoso in UK, membro della Camera dei Lords e deputato finora integerrimo aveva da poco attaccato i colleghi che non badavano all’importanza del decoro cui deve corrispondere il loro incarico. Effetto del peggior contrappasso possibile il video del deputato in questione mentre assume cocaina con due prostitute è probabilmente il più grande scandalo di un politico inglese degli ultimi anni.

Le colpe dei padri….



Libia; da un articolo del WSJ: Martedi è stato condannato a morte Seif Ghadafi, primo figlio del famoso dittatore giudicato colpevole assieme ad altri otto alti ufficiali per crimini di guerra nel 2011.

martedì 21 aprile 2015

TEMPI MODERNI




"Le guerre appaiono inevitabili: lo appaiono sempre quando per anni non si fa nulla per evitarle." (G. Strada)

Il senatore ed il terrorista



New York: Tutto il mondo inorridisce quasi quotidianamente di fronte alle azioni dell’Isis e delle guerriglie in Nigeria: tutti si chiedono come sia possibile; di chi sia la colpa; perché? Ecco ci sono sicuramente molte risposte a queste poche domande, ed una è quella contenuta nella foto presa dal video rilasaciato dal Boulevard Voltaire Thierry Meissan:

martedì 14 aprile 2015

2015-2018: QUELLE PREVISONI SENZA DATI...



EXPO a confronto…



Tra due settimane inizierà l’EXPO di Milano 2015. Sorvolando sulla scia di polemiche e problemi, è sintomatico che proprio oggi nel 1900 avveniva l’ Expo più importante della storia in Francia a Parigi.
Nel pieno della seconda rivoluzione industriale (1870-1920), la Francia confermava la sua vocazione di laboratorio ideale per i nuovi ritrovati della tecnologia e per tutte le espressioni dell'ingegno umano. Prova n'è il fatto che di dodici "esposizioni universali", ufficialmente riconosciute dal BIE (Bureau International des Expositions, in italiano "Ufficio Internazionale delle Esposizioni"), quattro si erano tenute nella location parigina, mentre all'acerrima rivale Londra n'erano toccate due soltanto.
L'EXPO d'inizio secolo premiò nuovamente la "città della Senna" e questa volta si trattava di un evento epocale, sia per la quantità e la qualità del patrimonio esposto, sia per il livello di modernità che la capitale si apprestava a raggiungere in vista del prestigioso appuntamento. Dieci anni dopo l'inaugurazione della celebre Torre Eiffel, altre opere erano in cantiere e promettevano una significativa trasformazione dell'assetto urbano: dalle stazioni ferroviarie di Gare de Lyon e Gare d'Orsay (oggi sede del Museo d'Orsay) ai padiglioni espositivi di Grand Palais e Petit Palais.
Ecco spiegato il boom di presenze per l'EXPO, oltre cinquanta milioni di visite, che solo un'altra esposizione (Osaka 1970) fece registrare.
Dentro le aree espositive si poterono ammirare brevetti di portata tecnologica epocale. In primis il motore diesel alimentato da olio di arachidi, brevettato dal francese Rudolf Diesel; la prima scala mobile commerciale, realizzata dall'inventore americano Charles Seeberger; il cinematographe dei fratelli Lumiere; il Telegraphone dell'ingegnere danese Valdemar Poulsen; mobili moderni, arazzi e oggetti d'arte caratterizzati da linee curve e ornamenti di tipo vegetale o floreale; tra i manufatti artistici riscossero enorme successo piccole bambole di legno vestite secondo la tradizione contadina russa: fu l'esordio delle matryoshka, ideate dall'industriale e collezionista d'arte Savva Mamontov.

No tax zone....

Primaria importanza ha la notizia riportata da Bloomberg sulla pressione fiscale in America. La celebre società di rating Santard & Poor, si avvale da sempre di un indice per calcolare la pressione fiscale delle aziende: lo S&P500. Tramite questo indice quest’anno è stato rilevato che 54 aziende americane, il doppio del 2014, sono esentate dal pagamento delle tasse sui guadagni. La speigazione è presto detta: in parte molte società hanno compiuto una “inversione” esportando all’estero le loro sedi fiscali ed i guadagni, pertanto non pagano le tasse in USA; in più molte si sono trasformate in Trust d’investimento che appunto non pagano il fisco, oppure in REIT, che non sono riconosciute dal Internal Revenue Service come corporazioni societarie. Una delle società Americane più famose, la Equinix Inc., con tale trasformazione ha ridotto del 10% il proprio carico fiscale. Con il 35% di contributi imponibili alle società, gli USA hanno il più alto Tax rate del mondo Occidentale.


 Legalizzatela!!!



Brooklin –NY. Finire in prima pagina sul NY Times non succede tutti i giorni, e soprattutto se il motivo è che si è un consumatore abituale di marijuana, ma Cathrine Hiller c’è riuscita lo stesso. Per quanto lei rifiuti l’idea che la marijuana sia una droga, avendola fumata tutti i giorni per 50 anni, almeno un effetto conseguente lo deve riconoscere: non è stata arrestata, non è divenuta obesa, non è nemmeno divenuta un’eroinomane in un vicolo malfamato….no! Ha scritto un libro: “Just Say Yes: A Marijuana Memoir.” Riguardo la famosa erba, nessun rimpianto: da figlia di un attivista americano, moglie e madre di tre figli, non ha nè rimpianti né brutti momenti legati all’uso dell’erba. La 68enne ha infatti dichiarato: “La mia è la storia di tutti coloro che ogni giorno fumano. E allora? Che problema c’è? Che è successo?” Nel libro si possono leggere le accuse della scrittrice alle leggi americane ed alla disparità tra consumatori di Marijuana bianchi e neri; alle banche che riciclano i soldi derivati dal traffico di droga ed all’ingiustizia del sistema civile americano.

 il gioco del trono in UK...

Londra: Il WSJ si prepara alle prossime elezioni in Inghilterra con il gioco delle coppie: due candidati a sinitra, 4 protagonisti da supporto a destra, e cliccando ottieni le possibilità e le motivazioni di una ipotetic alleanza. Clamorosa la possibilità di un alleanza, a detta del giornale, tra Farange e Cameron: nemici giurati, bersagli incrociati dei rispettivi attacchi politici, mai a confronto, leader di due partiti, i conservati e lo Ukip, a dir poco antitetici, lo Ukip, per voce di Nigel Farange vuole l’Inghilterra fuori dall’Europa, ed al tempo stesso supportare i piccoli partiti conservativi con un referendum sull’uscita dall’Europa: il partito potrebe appoggiare in parte i conservatori. Cameron, in compenso, ha dichiarato di non voler avere nulla a che fare con lo Ukip. 

Armi di distruzuione con la a....


Roma: Allora, facciamo una premessa che poi è una ripetizione di cose già scritte varie volte su questo Blog.  Il “Patto di Stabilità e Crescita” è un accordo, stipulato e sottoscritto nel 1997 dai paesi membri dell’UE,  finalizzato al controllo dei bilanci nazionali. Ora, i paesi che vogliono continuare a usare l’Euro devono rispettare i seguenti parametri: 
1) 3% del PIL come massimo di disavanzo statale (se per esempio uno Stato guadagna 100, non può avere più di 3 al netto del rapporto spesa/guadagno);
 2) Un debito pubblico inferiore al 60% del PIL (quindi se lo Stato ha 100 come guadagnio, il rapporto spese/ricavi non può essere superiore a 60).
 Questo significa che se per esempio il PIL italiano diminuisce, gli investimenti devono immediatamente diminuire per mantenere la proporzione. Quindi, premesso che uno Stato può spendere fino al 3% più di quanto guadagna (secondo quanto speigato sopra) e che tale spesa deve essere prevista, ecco la spiegazione del DEF che serve ad adeguare la legislazione nazionale agli impegni presi con l’Europa e che al punto 2 introduce le previsioni di spesa del Governo, da quest’anno addirittura per un triennio.
 Il “deficit programmatico” è, in un dato anno (il 2015 nel nostro caso), la cifra (calcolata in percentuale sul PIL) di quanto il governo vuole spendere più di quanto guadagna (questa cifra va coperta facendo nuovo debito pubblico: per questo si chiama anche “indebitamento netto”).
Il deficit tendenziale, invece, è una stima fatta sempre dal governo su quanto sarà effettivamente il deficit in un certo anno. In teoria questi due numeri devono essere uguali: se il deficit programmatico è inferiore al tendenziale, allora il governo deve tagliare qualche spesa, aumentare le entrate o fare più debito pubblico del previsto. Se invece l’obiettivo programmatico è superiore al deficit tendenziale, allora vuol dire che il governo a fine anno avrà , o meglio, “si stima che avrà”, delle risorse in più da spendere.
Premesso tutto ciò veniamo all’articolo de Il Sole 24Ore, a dir poco critico con le dichiarazioni del Premier Renzi sull’esistenza di un "Tesoretto" da spendere per il prossimo triennio e fuoriuscito dalle previsioni del DEF: “Armi di dstrazione di massa” è il titolo schock a firma del ViceDirettore Forquet. Precisa infatti l’articolo che quei soldi (bonus di 1.6Miliardi) in effetti non ci sono e non ci saranno: sono la differenza tra un 2.5% ed un 2.6% di spesa; si parla della differenza tra quanto si è ipotizzato di investire e quanto si è messo a disposizione, ma si parla pur sempre di stime. Ed è abbastanza strano che un governo che ha dovuto ricorrere alla pressione fiscale per trovare pochi milioni di euro di coperture alla decontribuzione dei tributi per chi assume; che deve trovare 16 miliardi per evitare l’aumento dell’IVA; che prevede 5.2 miliardi di tagli alle regioni; che ha già messo in attivo 3.3 miliardi di utili frutto della lotta all’evasione (tutti da ottenere); che confida su 1.7 Miliardi di sconto dalla UE e che deve trovare 1 miliardo per la bocciatura della Robiin Tax esulti e si rivenda dei soldi materializzati dal nulla, basati su delle stime che sarebbe meglio tra l’altro tenere a riserva. Oltretutto il differenziale sarebbe influenzato da una previsione, che appunto è prevista ed attualmente non è concreta,  di un aumento del PIL da 0.6 a 0.7 per il 2016….il 5 marzo il Pil italiano era registrato ancora al minimo storico: certo è il caso di essere ottimisti e prevedere un’aumento. Se diminuisse ancora….