"Le guerre appaiono inevitabili: lo appaiono sempre quando per anni non si fa nulla per evitarle." (G. Strada)
Il senatore ed il terrorista
New York: Tutto il mondo inorridisce quasi quotidianamente
di fronte alle azioni dell’Isis e delle guerriglie in Nigeria: tutti si
chiedono come sia possibile; di chi sia la colpa; perché? Ecco ci sono
sicuramente molte risposte a queste poche domande, ed una è quella contenuta
nella foto presa dal video rilasaciato dal Boulevard Voltaire Thierry Meissan:
Il senatore repubblicano McCain ex candidato alla Casa Bianca contro Obama in compagnia di Al Baghdadi, futuro Califfo dello Stato Isalmico e capo dell’esercito Siriano Libero. McCain e Al Baghdadi si erano già incontrati nel 2011 per lanciare la “Primavera Araba” in Libia e Siria. L’incontro fu organizzato dalla Syrian Emergency Task Force, organizzazione sionista guidata da Palestinesi. Nelle foto è presente anche Mohammad Nour, leader terrorista di un’altra fronda armata: Al-Nosra. Al Baghdadi tutt’ora è tra i principali ricercati Americani. L’operazione è preparata da tempo: migliaia di soldati della Jihad sono stati addestrati in Libia e Iraq, specie dopo la caduta di Gheddafi, ed hanno aderito alla lotta Islamica finanziata con milioni e milioni di dollari. Sempre gli Americani hanno violato i trattati non intervenendo fino a quando non hanno visto le decapitazioni dell’Isis, che hanno portato Obama a bombardare diverse città, senza effetti per quanto riguarda il contrastare l’organizzazione islamica.
Il senatore repubblicano McCain ex candidato alla Casa Bianca contro Obama in compagnia di Al Baghdadi, futuro Califfo dello Stato Isalmico e capo dell’esercito Siriano Libero. McCain e Al Baghdadi si erano già incontrati nel 2011 per lanciare la “Primavera Araba” in Libia e Siria. L’incontro fu organizzato dalla Syrian Emergency Task Force, organizzazione sionista guidata da Palestinesi. Nelle foto è presente anche Mohammad Nour, leader terrorista di un’altra fronda armata: Al-Nosra. Al Baghdadi tutt’ora è tra i principali ricercati Americani. L’operazione è preparata da tempo: migliaia di soldati della Jihad sono stati addestrati in Libia e Iraq, specie dopo la caduta di Gheddafi, ed hanno aderito alla lotta Islamica finanziata con milioni e milioni di dollari. Sempre gli Americani hanno violato i trattati non intervenendo fino a quando non hanno visto le decapitazioni dell’Isis, che hanno portato Obama a bombardare diverse città, senza effetti per quanto riguarda il contrastare l’organizzazione islamica.
Lo strano caso del dott. Pulitzer e Mr. Kuznia
Los Angeles: Chi è Robert Kuznia? Nome sconosciuto al
mondo fino alla scorsa settimana è passato agli onori delle cronache quando il
suo (ex) giornale, il Daily Breezer, ha vinto il prestigioso premio Pulitzer
per il giornalismo locale dopo un’inchiesta portata avanti dallo stesso Kuznia
e dalla sua collega Rebecca Kimitch, che hanno studiato i dati ed i bilanci del
distretto scolastico locale. Bene, oggi Kuznia ha smesso di fare il giornalismo: già nel 2014,
impossibilitato ad arrivare a fine mese con gli introiti del giornale, si è
dedicato alle pubbliche relazioni in una fondazione sulla Shoah ed ad oggi il premio Pultzer è a tutti gli effetti dato ad un ex giornalista impossibilitato a proseguire il suo lavoro.
Il faraone in gabbia
Il Cairo: riportando il WSJ leggo di colui che chiamavano “Il Faraone”,
Mohammed Morsi, leader dei fratelli Mussulmani e primo presidente Egiziano
eletto dopo la caduta di Mubarak nel 2011. Deposto da un colpo di Stato nel
2013, dopo poco più di un anno di governo è stato chiuso in carcere e martedi
scorso condannato a 20 anni di reclusione per aver incitato le guardie ad
uccidere i cittadini ribelli in quei giorni di rivolte civili fuori dal Palazzo
Presidenziale nel dicembre 2012. Morsi era stato accusato anche di altri
crimini (tra cui spionaggio e cospirazione) in altri processi iniziati sin dal
primo giorno dopo la sua caduta e sollevati dal leader dell’opposta fazione ed attualmente
presidente Al-Sisi. Per cronaca si deve dire che molti comandanti dei Fratelli Mussulmani
sottoposti a Morsi sono stati condannati a morte e giustiziati.
Japanes do it
better!
Dedico questo articolo ad una statistica a cui io
faccio molta attenzione: sapete quali sono i giornali più letti? Si sa che
l’informazione passa da sempre (anche se una volta molto di più) dalla carta
stampata: è intuitivo che un giornale più venduto di un altro è più
interessante perché evidentemente coerente con gli interessi della maggioranza
della popolazione; scritto da persone più conosciute; più attuale ma
soprattutto, in ogni caso, più influente nell’opinione pubblica. Dalla suesposta foto
che è datata 2008, si nota che i primi tre giornali al mondo per
numero di lettori sono giapponesi, ed ad essere precisi, i primi sei quotidiani sono tutti
Indo-Orientali. Ad un occhiata superficiale la spiegazione è presto detta: in
Cina ci sono 3 miliardi di persone; in Giappone ed in India più di un miliardo,
quindi è ovvio che i giornali sono più
letti. In realtà il ragionamento è corretto ma non è del tutto vero: la verità
è che in Cina, Giappone ed India solo una parte della popolazione è in grado di
leggere i giornali, a causa della difficoltà della scrittura della lingua e
dell’elevato numero di analfabeti. La prova del nove è data dal fatto che il
primo dei giornali giapponesi, in base ad un’indagine del 2013, vende al giorno più di 13
milioni di copie; il primo giornale europeo, il Sun, circa 3 milioni, cioè meno
di un quarto. Come fanno allora a
vendere così tante copie in Giappone? Una spiegazione è data dal fatto che in Giappone la
distribuzione esclude le edicole ed è basata sulla consegna diretta; in più gli
spostamenti quotidiani sono principalmente in treno e per lunghi tratti in
tutte le grandi città ed è quindi usanza portarsi il giornale. Infine c’è un
aneddoto che chiarisce il rapporto tra cittadini e stampa: durante il maremoto un piccolo giornale locale fu letteralmente spazzato
via dalle onde. I giornalisti sopravvissuti continuarono a scrivere a penna i
loro articoli e distribuirli a mano finchè non tornò a disposizione l’elettricità:
la fiducia dei clienti prima di tutto.
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