Le Guerre appaiono inevitabili: lo appaiono sempre quando per anni non si fa nulla per evitarle.

martedì 21 aprile 2015

TEMPI MODERNI




"Le guerre appaiono inevitabili: lo appaiono sempre quando per anni non si fa nulla per evitarle." (G. Strada)

Il senatore ed il terrorista



New York: Tutto il mondo inorridisce quasi quotidianamente di fronte alle azioni dell’Isis e delle guerriglie in Nigeria: tutti si chiedono come sia possibile; di chi sia la colpa; perché? Ecco ci sono sicuramente molte risposte a queste poche domande, ed una è quella contenuta nella foto presa dal video rilasaciato dal Boulevard Voltaire Thierry Meissan:
Il senatore repubblicano McCain ex candidato alla Casa Bianca contro Obama  in compagnia di Al Baghdadi, futuro Califfo dello Stato Isalmico e capo dell’esercito Siriano Libero. McCain e Al Baghdadi si erano già incontrati nel 2011 per lanciare la “Primavera Araba” in Libia e Siria. L’incontro fu organizzato dalla Syrian Emergency Task Force, organizzazione sionista guidata da Palestinesi. Nelle foto è presente anche Mohammad Nour, leader terrorista di un’altra fronda armata: Al-Nosra. Al Baghdadi tutt’ora è tra i principali ricercati Americani. L’operazione è preparata da tempo: migliaia di soldati della Jihad sono stati addestrati in Libia e Iraq, specie dopo la caduta di Gheddafi, ed hanno aderito alla lotta Islamica finanziata con milioni e milioni di dollari. Sempre gli Americani hanno violato i trattati non intervenendo fino a quando non hanno visto le decapitazioni dell’Isis, che hanno portato Obama a bombardare diverse città, senza effetti per quanto riguarda il contrastare l’organizzazione islamica.   

Lo strano caso del dott. Pulitzer e Mr. Kuznia




Los Angeles: Chi è Robert Kuznia? Nome sconosciuto al mondo fino alla scorsa settimana è passato agli onori delle cronache quando il suo (ex) giornale, il Daily Breezer, ha vinto il prestigioso premio Pulitzer per il giornalismo locale dopo un’inchiesta portata avanti dallo stesso Kuznia e dalla sua collega Rebecca Kimitch, che hanno studiato i dati ed i bilanci del distretto scolastico locale. Bene, oggi Kuznia ha smesso di fare il giornalismo: già nel 2014, impossibilitato ad arrivare a fine mese con gli introiti del giornale, si è dedicato alle pubbliche relazioni in una fondazione sulla Shoah ed ad oggi il premio Pultzer è a tutti gli effetti dato ad un ex giornalista impossibilitato a proseguire il suo lavoro. 

Il faraone in gabbia




Il Cairo: riportando il WSJ leggo di colui che chiamavano “Il Faraone”, Mohammed Morsi, leader dei fratelli Mussulmani e primo presidente Egiziano eletto dopo la caduta di Mubarak nel 2011. Deposto da un colpo di Stato nel 2013, dopo poco più di un anno di governo è stato chiuso in carcere e martedi scorso condannato a 20 anni di reclusione per aver incitato le guardie ad uccidere i cittadini ribelli in quei giorni di rivolte civili fuori dal Palazzo Presidenziale nel dicembre 2012. Morsi era stato accusato anche di altri crimini (tra cui spionaggio e cospirazione) in altri processi iniziati sin dal primo giorno dopo la sua caduta e sollevati dal leader dell’opposta fazione ed attualmente presidente Al-Sisi. Per cronaca si deve dire che molti comandanti dei Fratelli Mussulmani sottoposti a Morsi sono stati condannati a morte e giustiziati.

Japanes do it better!

Dedico questo articolo ad una statistica a cui io faccio molta attenzione: sapete quali sono i giornali più letti? Si sa che l’informazione passa da sempre (anche se una volta molto di più) dalla carta stampata: è intuitivo che un giornale più venduto di un altro è più interessante perché evidentemente coerente con gli interessi della maggioranza della popolazione; scritto da persone più conosciute; più attuale ma soprattutto, in ogni caso, più influente nell’opinione pubblica. Dalla suesposta foto che è datata 2008, si nota che i primi tre giornali al mondo per numero di lettori sono giapponesi, ed ad essere precisi, i primi sei quotidiani sono tutti Indo-Orientali. Ad un occhiata superficiale la spiegazione è presto detta: in Cina ci sono 3 miliardi di persone; in Giappone ed in India più di un miliardo, quindi è  ovvio che i giornali sono più letti. In realtà il ragionamento è corretto ma non è del tutto vero: la verità è che in Cina, Giappone ed India solo una parte della popolazione è in grado di leggere i giornali, a causa della difficoltà della scrittura della lingua e dell’elevato numero di analfabeti. La prova del nove è data dal fatto che il primo dei giornali giapponesi, in base ad un’indagine del 2013, vende al giorno più di 13 milioni di copie; il primo giornale europeo, il Sun, circa 3 milioni, cioè meno di un quarto. Come fanno allora  a vendere così tante copie in Giappone? Una spiegazione è data dal fatto che in Giappone la distribuzione esclude le edicole ed è basata sulla consegna diretta; in più gli spostamenti quotidiani sono principalmente in treno e per lunghi tratti in tutte le grandi città ed è quindi usanza portarsi il giornale. Infine c’è un aneddoto che chiarisce il rapporto tra cittadini e stampa: durante il maremoto un piccolo giornale locale fu letteralmente spazzato via dalle onde. I giornalisti sopravvissuti continuarono a scrivere a penna i loro articoli e distribuirli a mano finchè non tornò a disposizione l’elettricità: la fiducia dei clienti prima di tutto.

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