Le Guerre appaiono inevitabili: lo appaiono sempre quando per anni non si fa nulla per evitarle.

martedì 31 dicembre 2013

IMPICCI ED IMPEACHMENT STORICI



Oggi è il 31 dicembre. Il 2013 se ne sta andando, da domani saremo nel 2014.
L’ultimo giorno dell’anno ha delle costanti, viste come rituali oramai: la ente in strada in festa, gli aperitivi che durano tutto il giorno, il cenone con le lenticchie etc…
Ce n’è un’altra in realtà di costante: il messaggio a reti unificate del Presidente.
Io personalmente non li ho mai sentiti bene. E’ un messaggio di auguri giusto, ma a mio avviso noioso e senza particolari novità.
Leggendo i giornali però, tutti aspettano con curiosità il contro-discorso al Presidente che farà Grillo.
Come ho detto prima, questi discorsi unificati non mi piacciono,  oltretutto quello di Grillo più che un discorso fatto da parte di un’istituzione, è un attacco politico contro un sistema, in aperta polemica contro un Presidente che svolge funzione di Garanzia.
L’unica cosa che mi incuriosisce però è se Grillo parlerà dell’impeachment a Napolitano.
Sinceramente quando sentii la notizia pensai fosse una boiata, e di base credo che non avrà effetto questa sua iniziativa.
Il termine impeachment  è improprio in realtà: l’art. 90 della Costituzione parla di stato di accusa del Parlamento(quindi non di Grillo tra l’altro) che può essere sollevato solo o per alto tradimento, o per attentato alla Costituzione.
Cosa siano L’ Alto Tradimento o l’attentato alla Costituzione non è dato sapere.
Non si parla di colpo di Stato, né di atti contrari alla Costituzione(ex art.74). Forse l’articolo aveva uno spirito, ma i costituenti non lo hanno spiegato bene, e chi lo sapeva se lo è dimenticato.
C’è un precedente però: un Impeachment fu proposto nel 1991 dal PDS.
Questo, preso dall’articolo di allora di Repubblica, è la motivazione del testo:
"Il presidente della Repubblica viene accusato di aver "interferito illegalmente nelle attività del Legislativo, dell' Esecutivo e del Giudiziario", e di aver avviato "l' esercizio di una propria funzione governante": che è "inammissibile", "autoritaria" perché non regolata, e "altamente pericolosa perché non sostenuta da alcuna responsabilità politica". Il presidente della Repubblica, ha aperto un "incostituzionale circuito tra partiti e presidente", e assunto comportamenti da "capo di un partito" violando "un inderogabile dovere di imparzialità". Il tutto, avverte il documento, nella "piena consapevolezza" di essere "al di fuori dell' ordinamento costituzionale". Con la "strumentalizzazione" dei media "per conquistarsi una parte dominante nei conflitti da lui stesso aperti". "Si è fatto portatore di un personale disegno per la soluzione della crisi italiana che prevede lo scavalcamento delle regole fissate dalla Costituzione per modificare la forma di governo e la stessa Costituzione"."

lunedì 30 dicembre 2013

DA ATENE A ROMA “MAI UNA GIOIA!”



Chi decide; chi governa e chi lavora? È l’educazione. Coloro che raggiungono una sapienza completa sono in grado di contemplare l’idea di Bene e sono dunque giusti, pronti per governare e vigilare sulla libertà delle leggi. La ragione corrisponde infatti alla legge e la legge alla razionalità.”
Platone era avanti! C’è poco da fare!
Purtroppo in 2000 anni il povero filosofo è stato debitamente ignorato; il suo pensiero sta bene dov’è: in un libro impolverato di una qualsiasi biblioteca.
Oggi una frase del genere sarebbe presa per populista, antipolitica e demagogica.
Parliamone un attimo della cultura comunque, oggi su Il Fatto Quotidiano, c’è l’intervista a Roberto Longo, classe 1978, laureato in ingegneria nel 2005 e da quest’anno docente universitario ad Angers in Francia.
Della sua intervista mi ha colpito e mi è piaciuto questo passaggio:“Capii che all’estero i tempi universitari scorrevano in maniera diversa, e mentre noi studenti di ingegneria italiani potevamo rimanere bloccati su un esame per mesi, loro già erano in laboratorio a fare esperimenti. Inoltre tutti parlavano perfettamente inglese: l’inglese rende liberi di viaggiare, comunicare e confrontarsi in tutto il mondo, dicevano. Avevano ragione.”
Alzi la mano adesso chi si sente di dire:”Viva l’Italia!”
L’attuale scuola superiore e università sono  modellate secondo riforme decise nella fine degli anni ’90 e poi riaggiustate ma nessun Ministro dell’Istruzione ha mai detto, a memoria mia: ”Anche senza mai perdere tempo o andare fuori corso  in Italia ci diplomiamo troppo tardi; ci laureamo troppo tardi; Questa riforma è basata sull’attuale offerta di lavoro!”
Preciso per i più distratti: ”Offerta di lavoro, non domanda;  in Italia e non in Europa.”
Un caso quello di Longo? No, la normalità: in Italia i fondi per la ricerca sono tagliati.

Oggi sul NY Times si parla di Bill De Blasio che proprio ieri ha nominato come Chancellor alla scuola una “Veteran of City School System”: Mrs Carmen Farina, 70 anni, di origini europee e  già dal 2006 nell’amministrazione Bloomberg col ruolo di dirigente. Spesso in contrasto col precedente sindaco per divergenze ideologiche sul Sistema Scuola, precedentemente insegnante, preside e sovrintendente di un distretto scolastico di Brooklyn; distinta per la sua severità e per le sue idee nelle contrattazioni con l’associazione insegnanti….De Blasio l’ha scelta dopo aver visionato i curriculum, per simboleggiare la sua diversa ideologia rispetto al predecessore, proponendo così un cambio di rotta.
Non siamo proprio perfettamente corrispondenti al modello di Platone ma ci si avvicina…
In Italia il Ministro conta poco secondo me…Come testimonia anche Longo, i problemi sono altri.

domenica 29 dicembre 2013

CARI RETTILIANI, VICINI E LONTANI….



Per gran parte degli anni 2000 mi sono chiesto come possa aver fatto Bush jr. a farsi eleggere due volte in America. Onestamente anche per un italiano è difficile da capire: un americano mi disse che Bush nei discorsi pubblici parlava con chiaro accento Texano(tipo un nostro dialetto volgare…), leggeva i nomi scritti sulla mano, saltava i righi ed sclamava:”Fuck!”
Parlandone con un amico questi mi disse: ”C’è una teoria secondo la quale tutti i più grandi capi di Stato e persone influenti considerate stupide, sono in realtà controllate da degli alieni  che tramite loro controllano il mondo. ”  Ci risi su per un po’, e poi me ne dimenticai di questa cosa.
Ho scoperto dopo che gli alieni a cui si riferiva sono ”i rettiliani”: a quanto ho capito una specie di Visitors o di Voldemort(io avrei preferito i paperi spaziali, stile Howard per chi ha visto il film), protagonisti di molte teorie di Ufologi e su cui per alcuni  c’è una “teoria del complotto sugli U.F.O.”
Tutto ciò era a mio avviso legato al folklore finché nel 2010 Il Fatto Quotidiano riportava che tra i 250.000 documenti diplomatici USA pubblicati da WikiLeaks:” trova conferma definitiva la teoria dei Rettiliani. Una teoria il cui studio assorbe il 90% delle risorse umane dei servizi segreti globali, tra spie, informatori e politici italiani del terzo polo.
Vabbè….con buona pace degli investimenti americani giustificati così, io a sti rettiliani non ci credo, ma facciamo finta che esistano..Facciamo finta che sia possibile parlare con uno di loro a me verrebbe in mente di chiedergli:”Perché? Perché il 5% della popolazione possiede l’80% della ricchezza; perché le guerre in mediooriente; perché in Africa sono ancora così arretrati etc…”
Onestamente io credo che la risposta possa essere solo una:”Per vedere fino a che punto ci permettete di arrivare!”

sabato 28 dicembre 2013

APOLOGIA DELLO SCHIAVO : "SPARTACO SI ERA CONFUSO…"



Io sono italiano: sono di età media, della classe media, di media cultura…Persino la mia altezza è media.

Per un italiano medio come me, capire che cos’è  la libertà ed il lavoro è molto difficile se non impossibile. Un po’  perché non si studia a scuola; un po’ perché i media non ne parlano; perché i giornali che leggiamo sono al settantesimo posto al mondo per la libertà di stampa, dopo diverse nazioni centroafricane…e persino un recente Ministro del lavoro ha negato che il lavoro sia un diritto.

Insomma…credo sia legittimo per me essere confuso: quello che invece è certo, è cosa sia la schiavitù.

Secondo la definizione dell’ONU:” Slavery is a system under which people are treated as property to be bought and sold, and are forced to work.”

Insomma su questo non ci dovrebbero essere dubbi, eppure sono diversi anni che un ideologo di Roma sostiene che il lavoro come concepito negli anni moderni sia  la più grande forma di schiavitù tollerata.

Questa frase è troppo difficile per me da spiegare, anche perché il mio è un “non-Blog”, ma quando avevo 16 anni, quando volevo fare il simpatico e prendere in giro un conoscente,  gli chiedevo: ”Ma tu lavori? E perché?” L’avrò chiesto 100 volte, e la risposta è sempre stata la stessa: ”Per soldi!”

Quando riflettei per la prima volta su questo aspetto,  il mio commento fu: ”Ma ormai è così: non ci si può fare niente… Anche perché, diciamo la verità, non avere un lavoro ed i soldi per sopravvivere è peggio!”

Non so se ho cambiato idea da allora, ma l’esempio che mi fu opposto era pertinente: l’uccellino chiuso in gabbia e liberato, esce dalla gabbia e poi rientra dentro, perché sa che fuori non sa vivere. E come dice lo stesso ideologo: ”Uno schiavo difende sempre il proprio padrone! Lo schiavo non è quello con la catena, ma quello che non è in grado di immaginarsi la libertà!

Su quest’ultima cosa io sono perfettamente d’accordo: all’estero è abbastanza frequente che un lavoratore da un giorno all’altro si licenzi e scelga di cercarsi un altro lavoro.

In Italia non mi risulta che un dipendente pubblico si sia mai licenziato per provare a fare, che ne so, l’investigatore privato od il pilota d’aereo…E se un giorno accadrà io penso che il commento dei  colleghi sarà”E’ impazzito! Ieri ha bevuto troppo!”

venerdì 27 dicembre 2013

ROMANZO IN TRE RIGHE



Mi ricordo che durante gli anni dell’Università un mio professore mi diede quasi per caso un consiglio che si è rivelato uno dei più utili per la mia carriera lavorativa: ”Stai attento,  più si scrive e più si sbaglia. Meno scrivi e più alto è il voto che ti metto!”
Diciamo che da quel giorno rivalutai la “Mattina” di Ungaretti.

Ci misi qualche anno però a scoprire che meno si scrive e più è importante quello che si scrive;   e quando si scrive pochissimo…beh, ogni parola dovrebbe essere un “bullet” cioè un proiettile da poter usare all’occorrenza.

Sin da allora comunque, sono divenuto estimatore di chiunque padroneggi l’arte della sintesi senza essere mai incompleto.
Una volta ad uno degli scrittori più prolissi della storia, Stephen King, un giornalista chiese: "Saprebbe scrivere un romanzo di una sola riga?"
King, ci pensò e rispose:   
"The last man on Earth sat alone in a room. There was a knock on the door."

Con buona pace di S.King (tra l’altro la frase non era neanche sua), forse il più grande maestro della narrativa sintetica è stato Felix Fènèon.
Sconosciuto a molti, anche perché rivalutato vari anni dopo la sua morte, geniale, misterioso e riservato è stato un critico letterario ed artistico francese, per alcuni il più grande che la Francia abbia mai avuto.

La sua principale attività però era quella di giornalista e di direttore editoriale: a lui si deve l’invenzione della tecnica del “Romanzo in tre righe.”
La formula Fénéon consisteva in ciò: una riga per l’evento, una per la cronaca(presa da un fatto vero), una per l’epilogo.
Per esempio:
“Ieri a Rouen il signor Colombe si è ucciso con un colpo di rivoltella.
Nel marzo scorso sua moglie gliene aveva sparati tre.
I due erano in attesa di divorzio.”

Nel 1906 scrisse ininterrottamente per il quotidiano "Matin", 1500 romanzi di tre righe ciascuno: è un po' come se avesse inventato l'antenato di "twitter".

Io credo che oggi servirebbe un altro Fènèon.


Prendendo spunto dal primo fatto di cronaca che leggo da: ”il Fatto Quotidiano” io pubblicherei questo in prima pagina come storia in tre righe:
“In dei terreni in Giugliano in Campania sono state ritrovate scorie industriali;
Indagato fratello di un noto testimone di giustizia.
I rifiuti tossici erano sversati in quei terreni dalla fine degli anni ‘80