Le Guerre appaiono inevitabili: lo appaiono sempre quando per anni non si fa nulla per evitarle.

martedì 28 luglio 2015

Contrordine Compagni!


Bruxelles: Da Il Fatto Quotidiano di mercoledì 15 aprile
Il Fondo Monetario Internazionale(FMI) ci ha ripensato:”L’austerrity e le liberalizzazioni non spingono l’economia in alto, semmai in basso”: questa presa di posizione azzoppa il principale cavallo di battaglia dell’ideologia liberista, inforcato dal compagno Renzi per farci adottare il Jobs Act. 

Beh…in realtà a livello scientifico non c’è stato alcun cambiamento di rotta: gli studi specialistici lo avevano appurato da tempo e senza appello che le riforme del mercato del lavoro a base di flessibilità sono destinate a far collassare il sistema.
Il problema è un altro, ed è ben noto: gli organismi millantati come “tecnici”, quali il FMI o la BCE, sono a tutti gli effetti organi di indirizzo politico al servizio delle potenze globali o locali dominanti (Usa e Germania). Il risultato di questo modo di agire è quello di gettare intere popolazioni nella miseria e l’intera professione economica nel discredito. Prendiamo ad esempio l’austerità in Grecia. Il presupposto perché questa funzionasse era che per ogni euro di taglio alla spesa (debito), il Pil (entrate) diminuisse meno di un euro: insomma che le entrate diminuissero meno delle uscite .
In termini tecnici, occorreva che il numero di incremento che va a moltiplicare la spesa pubblica fosse minore di uno, altrimenti ogni taglio di spesa (quindi di deficit, quindi di debito) sarebbe stato vanificato da un più che proporzionale calo di reddito (quindi di entrate fiscali). Ma siccome la Grecia doveva essere frantumata, per cavarne il succo da servire ai creditori esteri, il FMI nel suo Country Report del 2012 diceva che il moltiplicatore della Grecia era solo 0,5, quindi l’austerità non le avrebbe fatto male! Non solo: lo stesso FMI in contemporanea affermava che siccome l’economia era ancora depressa e i tassi di interesse bassissimi, era prevedibile che i moltiplicatori fossero piuttosto alti (leggi: maggiori di uno) e quindi terapie d’urto a base di tagli erano sconsigliabili (p. 172 del Weo di aprile 2012). Ciliegina sulla torta, a p. 41 del Weo di ottobre 2012, Blanchard si chiede: “Stiamo forse sottostimando i moltiplicatori?”

Ora, a voi pare che in una crisi di domanda con disoccupazione alle stelle sia consigliabile una cosa che fa diminuire i salari (quindi la spesa delle famiglie) e aumentare la disoccupazione? Certo che no. Ma nell’aprile 2012 il Weo,  si sperticava in lodi sulle riforme del lavoro che “avevano stabilizzato l’Eurozona” (a pag. XV). Ora che gli Usa si preoccupano, perché è successo nel 2015 quello che si era previsto nel 2001 (calo della domanda in seguito alle riforme, con pericolo per la ripresa mondiale), ecco che il docile FMI, a un fischio del padrone, dice la verità, sconfessando le baggianate avallate nel 2012.  

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