Le Guerre appaiono inevitabili: lo appaiono sempre quando per anni non si fa nulla per evitarle.

mercoledì 4 novembre 2015

“IL VATICANO NON SA QUANTO SPENDE!”


Da IL FATTO QUOTIDIANO, Roma: Dai libri di Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi in uscita il 5 novembre emerge un quadro allarmante sulla gestione delle finanze della Santa Sede in uno scandalo già definito come “Vatileaks2”.

Ma vengono con la fattura e allora dobbiamo pagare…. No, non si paga. Se una cosa è stata fatta senza un preventivo, senza autorizzazione, non si paga. (…)C-h-i-a-r-e-z-z-a. Questo si fa nella ditta più umile e dobbiamo farlo anche noi: prima di ogni acquisto o di lavori strutturali si devono chiedere almeno tre preventivi che siano diversi per poter scegliere il più conveniente (…)Se non sappiamo custodire i soldi, che si vedono, come custodiamo le anime dei fedeli, che non si vedono? Senza esagerare possiamo dire che buona parte dei costi sono fuori controllo. Queste le parole su un nastro pronunciate da Papa Francesco, registrato a sua insaputa durante una riunione a porte chiuse convocata per discutere dei bilanci della Santa Sede.
La trascrizione è finita nel libro “Via crucis” di Gianluigi Nuzzi in uscita il 5 novembre. Lo stesso giorno arriva in libreria anche “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi: due debutti preceduti dal clamoroso arresto di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda eFrancesca Chaouqui.

Vediamo i punti salienti:
Lo sacandal Bertone:
I Lavori di ristrutturazione al famoso superattico di Tarcisio Bertone sono costati 200.000 euro e sono stati pagati dalla fondazione del Bambin Gesù: Scrive Fittipaldi che da una ricognizione della società di consulenza PriceWaterhouseCoopers consegnata al Vaticano nel marzo 2014 emerge che è stata la onlus a saldare le fatture alla Castelli Real Estate. Il manager Giuseppe Profiti, ex presidente del Bambin Gesù, ammette tutto spiegando che la casa sarebbe poi stata messa a disposizione della fondazione per “finalità istituzionali”. Viene giustificata invece con lo svolgimento di “attività di marketing per conto dell’ospedale” la parcella da 23.800 euro pagata nel 2012 per l’affitto di un elicottero usato da Bertone per andare da Roma in Basilicata.

I buchi della Carità:
ci sono buchi da 700mila euro al supermercato; 500mila nei depositi di abbigliamento e 300mila in farmacia”.
Assoluto riserbo” su come vengono usati i soldi ufficialmente raccolti per le opere di carità, tanto che i dati non saltano fuori nemmeno quando a farne formale richiesta è una commissione voluta da Il Pontefice, appunto. Con il risultato che la Commissione referente sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa (Cosea) della Santa Sede  guidata proprio da Vallejo alla fine getta la spugna e ammette di non essere in grado di completare la posizione finanziaria consolidata a causa della mancanza di dati fondamentali”.

L’Obolo di S.Pietro:
 Nuzzi rivela che la Cosea si è vista rigettare dalla Segreteria di Stato la richiesta di avere notizie sull’uso dell’aiuto economico che i fedeli offrono al Santo Padre (l’Obolo), come segno di adesione e per le opere di carità in favore dei più bisognosi. Su 10 euro di contribuzione solo 2 finiscono alla disponibilità di Papa Francesco, gli alri 8 coprono i costi non giustificati. Si tratta di quasi 400 milioni di euro che, come mette nero su bianco il dicastero che coordina gli uffici della Santa sede, è “escluso dal bilancio consolidato e circa il suo utilizzo si è mantenuto finora un assoluto riserbo, nel rispetto delle superiori indicazioni..”

Il mistero del mattone Vaticano:
Nuzzi scrive che gli oltre 5000 appartamenti nel portafoglio dell’Apsa (l’amministrazione del patrimonio della sede apostolica) valgono 2,7 miliardi ma sono a bilancio per una somma sette volte più bassa. Fittipaldi amplia la visuale citando un documento della commissione referente secondo cui “ci sono 26 istituzioni relazionate alla Santa sede che possiedono beni immobiliari per un valore contabile totale di un miliardo di euro al 31.12.2012. Una valutazione di mercato indicativa dimostra una stima del valore totale dei beni di quattro volte più grande rispetto al valore contabile, o quattro miliardi di euro”. Ma un altro report confidenziale specifica che quasi sempre “gli immobili sono registrati o al costo di acquisizione o al costo di donazione, e molti edifici istituzionali sono valutati a 1 euro. Dunque c’è da aspettarsi che il valore di mercato del real estate vaticano sia molto più grande”.

I conti dello IOR:
questi non potevano mancare: la Banca Vaticana, sotto osservazione pper gli scandali dall’era Marcinkus, per alcuni un tempo definita come un Paradiso Fiscale, ospita ancora oltre 120 conti sospetti. “Tra cui una decina intestati a nomi eccellenti che potrebbero creare più di un disagio a Santa Romana Chiesa” scrive Fittipaldi. In Avarizia è citato il caso di Angelo Proietti: A Bankitalia sono rimasti di sasso quando la procura di Roma ha spedito oltre le mura un’altra rogatoria internazionale chiedendo conto e ragione di eventuali beni posseduti da Proietti. Anche questa vicenda dimostrerebbe che la Santa Sede scambia informazioni con procure e autorità antiriciclaggio di Roma solo col contagocce“. Lo IOR gestisce anche quattro fondi di carità - scrive Fittipaldi -. Incrociando le tabelle i preti non sembrano essersi svenati per i meschini e i disgraziati: nel 2013 e nel 2014 il fondo a disposizione della Commissione cardinalizia guidata dal cardinal Santos Abril y Castello non ha scucito un soldo bucato, nonostante un saldo in attivo di 425 mila euro. Il Fondo per opere missionarie ha in pancia 139 mila euro, somma costituita soprattutto da donazioni interne, ma negli ultimi due anni ha elargito per “opere missionarie” solo 17 mila euro». «Anche il fondo nato per finanziare le Sante Messe, seppur più cospicuo (ha un saldo arrivato a 2,7 milioni di euro) ha preferito tenere i denari in saccoccia: nel 2014 sono stati girati ai sacerdoti di tutto il mondo la minuscola cifra di 35 mila euro». Dal libro di Nuzzi emerge che tra i correntisti figurano ancora Papa Luciani e Paolo VI.


La Benzina:
««Il carburante - racconta «Avarizia - rappresenta per il dipartimento la fonte di guadagno e di margini più importanti, scrivono gli analisti di Ernst&Young. Le pompe di benzina sono due, e il prezzo per i consumatori è 20 per cento più basso rispetto a quello italiano.» ed inoltre «hanno fatto la fila alla pompa ben 27 mila persone, molte più di quelle autorizzate»».

Spese Pazze:
«A gennaio del 2015 - si legge in «Avarizia» - qualcuno ha inviato al Papa tutte le voci di spesa della neonata segreteria per l’Economia, che Bergoglio aveva affidato qualche mese prima a George Pell, il cardinale chiamato dall’Australia per raddrizzare usi e abitudini nefaste della curia che ha spadroneggiato durante l’era di Benedetto XVI. Centinaia di migliaia di euro per voli in business class, vestiti su misura, mobili di pregio, perfino per un sottolavello da 4600 euro». «Un elenco di spese pazze che ha raggiunto per appena sei mesi di attività del nuovo dicastero un totale di oltre mezzo milione di euro».

Da Pell a Vallejo:


Scrive Fittipaldi che “Il Papa deve sapere che l’uomo che lui stesso ha scelto per rimettere a posto le nostre finanze, il cardinale George Pell, in Australia è finito in un’inchiesta del governo sulla pedofilia, alcuni testimoni lo definiscono ‘sociopatico’, in Italia nessuno scrive niente. Deve sapere che Pell ha speso per lui e i suoi amici, tra stipendi e vestiti su misura, mezzo milione di euro in sei mesi. “Francesco deve sapere che la società di revisione americana che qualcuno di noi ha chiamato per controllare i conti vaticani ha pagato a settembre 2015 una multa da 15 milioni per aver ammorbidito i report di una banca inglese che faceva transazioni illegali in Iran. Deve sapere che la Santa Sede per guadagnare più soldi ha distribuito tesserini speciali a mezza Roma: oggi vendiamo benzina, sigarette e vestiti tax free, incassando 60 milioni l’anno”.



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