Le Guerre appaiono inevitabili: lo appaiono sempre quando per anni non si fa nulla per evitarle.

venerdì 14 febbraio 2014

LETTA CHI?




Come anticipato ieri, la notizia del giorno sono le dimissioni di Enrico Letta da Primo Ministro e l'ormai sicura salita di Renzi a capo del Governo.
Ovviamente ne  hanno parlato tutti i giornali ma in linea con lo spirito del blog, riporto quanto scritto in Europa sugli avvenimenti degli ultimi giorni.
Dal WSJ il primo commento è dedicato alla ”Sfida per Renzi di tradurre la sua popolarità personale in un governo in grado di attuare rapidamente l’ambizioso programma, anche se con lo stesso parlamento che ha causato questa inerzia.”
Il Presidente della Repubblica ha iniziato le consultazioni che sicuramente porteranno al governo il 39enne sindaco di Firenze. Renzi dovrà ora provare a convincere tanti piccoli partiti e si troverà ad affrontare il Parlamento diviso in tre grandi blocchi. Letta aveva i numeri per governare infatti, grazie all’appoggio di alcuni partiti minori, ma al senato aveva una maggioranza di soli 10 senatori, alcuni dell’attuale vice-premier Alfano.
Berlusconi già ha dichiarato che sarà all’opposizione; Grillo, l’altro leader del M5S ha tuonato dal suo blog accusando Renzi di essere il terzo Presidente consecutivo nominato senza essere eletto, scagliandosi poi contro il Presidente della Repubblica. Test importante per Renzi saranno dunque le Elezioni Europee, con la speranza di stabilizzare il suo governo fino al 2018.

"Il ritmo delle riforme istituzionali  può finire per rallentare, invece di accelerare", ha detto Lorenzo De Sio, professore presso l'Università Luiss di Roma," Renzi ha bisogno di continuare a muoversi rapidamente e far approvare in modo rapido misure economiche che hanno un impatto immediato sulle persone", - scrive Franco Pavoncello, docente di scienze politiche alla John Cabot University di Roma.
Le reazioni: Il passaggio di consegne è “positivo” secondo CityGroup ed Rbs, ma la capacità di procedere alle riforme del leader Pd “rischia di essere limitata”. E saranno proprio le riforme, stando ai report sull’Italia raccolti da Bloomberg, il vero banco di prova su cui verrà valutato il futuro presidente. Secondo Baclays e BNP:” La probabilità di riforme è più alta con Renzi che con Letta, anche se “l’entusiasmo iniziale” del mercato potrebbe raffreddarsi di fronte alle difficoltà di un cambiamento.
Credit Suisse non si aspetta che l’agenzia di rating Moody’s migliori l’outlook già in questa fase; Morgan Stanley non esclude “risultati positivi” ma anche un “aumento dell’incertezza nel breve termine”. Fredda Commerzbank che non crede a sfondamenti sul fronte delle riforme in quanto Renzi deve fare i conti “con la mancanza di supporto” nel Pd ed anche Deutsche Bank sottolinea che le ambizioni di Renzi di un governo di legislatura per “raccogliere i frutti delle riforme economiche” deve confrontarsi con “un quadro istituzionale inefficiente, una fragile maggioranza e un parlamento frammentato”.
Infine, lasciatemi dire “comico” il commento in prima pagina del giornale della Confindustria, Il Sole24Ore:”Economia Italiana torna a crescere: PIL al 0,1%.”

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