“Fin dalla prima giovinezza
ho concepito un vivo desiderio di capire o di spiegare tutto ciò che osservavo,
cioè di raggruppare tutti i fatti sotto leggi generali”
“la ragione più che col
sentimento, e a mio avviso molto importante, è l'estrema difficoltà,
l'impossibilità quasi, di concepire l'universo, immenso e meraviglioso, e
l'uomo, con la sua capacità di guardare verso il passato e verso il futuro,
come il risultato di un mero caso o di una cieca necessità. Questo pensiero mi
costringe a ricorrere a una Causa Prima dotata di un'intelligenza in certo modo
analoga a quella dell'uomo”
Auguri a C.Darwin,
padre della teoria evoluzionistica della specie. La sua tesi rivoluzionaria,
secondo cui "gruppi" di organismi appartenenti ad una stessa specie
si evolvono gradualmente attraverso la
selezione naturale, gli procurò l'avversione della Chiesa Anglicana, che solo
nel 2008 arrivò a scusarsi.
Chissà cosa penserebbe
Darwin leggendo dalla prima del Wall Street Journal che il governo italiano è
ormai prossimo a crollare. Il Primo Ministro Letta infatti oggi ha proposto un
nuovo programma per superare l’opposizione del segretario del suo partito
M.Renzi. La fragile coalizione del Presidente Letta fatta da elementi di
entrambe le opossizioni politiche ha subito dure critiche per aver fatto troppo poco per
uscire da due anni di dura crisi istituzionale, economica e recessione. La
tensione – si legge –è culminata mercoledì mattina dopo un incontro tra i due:
nel pomeriggio stesso Letta presenterà
la sua nuova agenda, che sarà valutata il giorno dopo(giovedì) da Renzi alla riunione
del partito. Il 39enne sindaco di Firenze, ed anche Segretario dello stesso partito di Letta, gode
di un grande favore popolare dopo le elezioni di dicembre e di numeri
sufficienti a far cadere l’attuale Premier per sostituirlo. Ed attuare le
riforme legislative da lui richieste.
Sempre a proposito di
evoluzione della specie, od anche no, leggo da Il Sole 24Ore che in Italia il
23.9% dei giovani(15-29 anni) non studia e non lavora(i cosiddetti NEET).
Drammatica anche la pressione fiscale che oggi tocca una punta del 44%, massimo
in Europa assieme alla Svezia. Il PIL è calato di 3%, e calati sono anche la
produttività , le esportazioni ed il reddito medio annuo. “Dulcis in fundo” l'Italia è fanalino di coda in Europa
per competitività di costo delle imprese: ogni 100 euro di costo del lavoro il
valore aggiunto è del 126,1%, dato peggiore in Europa, contro il 211,7% in
Romania. Nel 2011 in Italia la competitività era leggermente più alta (128,5%).
Chissà cosa direbbe Darwin.
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