Le Guerre appaiono inevitabili: lo appaiono sempre quando per anni non si fa nulla per evitarle.

sabato 22 marzo 2014

QUEI SORRISI (S)VELATI



In questi giorni si è parlato  del “famoso sorriso” tra il Presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, e  quello del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy che a tutti ha ricordato quello rivolto a Berlusconi dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e l'allora presidente francese Nicolas Sarkozy.  La domanda del giornalista di Radio Radicale era:” Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, sarà qui e incontrerà Barroso: ha detto che vuole dare maggior potere d’acquisto agli italiani, rilanciare la domanda con 10 miliardi di euro per 10 milioni di lavoratori e questo aumentando il deficit. La ragione politica è che si tratta di una risposta agli euroscettici in vista delle elezioni europee. Voi condividete questo approccio? E’ giusto aumentare il deficit per rispondere ai timori elettorali?”
Sinceramente mi sarei aspettato una  risposta da Barroso, ed invece ha risposto Van  Rompuy dicendo che avrebbe colto l’occasione per chiarire la natura di quelle dichiarazioni.
Se devo essere onesto il sorriso tra i due massimi esponenti della UE è diverso da quello dei due capi di Stato: più breve, meno ironico, e più perplesso. A me personalmente ha suscitato più un senso di indifferenza che di preoccupazione o ironia.
Il giorno dopo comunque Renzi incontra Barroso, ed al termine del colloquio dichiara:” Con Ue né conflitti né sudditanza. La posizione dell'Italia non è cambiata, siamo in linea di assoluta continuità con i governi che ci hanno preceduto. Dobbiamo fare del semestre italiano una grande occasione per l'Europa. […]Ho letto dei sorrisi tra Barroso e Van Rompuy, ma ho trovato questa ricostruzione lontana dalla realtà. Il mio obiettivo, però, è far sorridere le famiglie italiane.”(preso da Repubblica).
Ora, ad essere onesto io vorrei parlare di queste riforme di Renzi che fanno discutere, ma devo costatare che di scritto non c’è nulla.
Vediamo allora le dichiarazioni del Premier: Il Sole24 Ore:”Renzi: O l'Ue è una sfida politica e richiama la politica alla dignità del suo ruolo o noi perdiamo. C'è uno spread tra le aspettative dei cittadini e il rapporto con l'Europa, uno scollamento incredibile come dimostrano i sondaggi devastanti, uno tsunami. Nella discussione dei prossimi mesi è maturo in tutti il convincimento che l'Europa basata solo sulla stretta aderenza ai parametri tecnocratici allontana sempre di più i cittadini: prima che il debito abbiamo il problema della mancanza di crescita. Se noi saremo in grado di raccontare che tipo di Europa immaginiamo forse sconfiggeremo i populismi che in Italia hanno le sembianze di Grillo e della Lega. Dire che i vari interventi legislativi nel passato non hanno creato precarietà e l'hanno risolta significa negare la realtà. Cambiare e semplificare le regole è una priorità assoluta. C'è tempo fino al 25 maggio per approvare la nuova legge elettorale. Il presidente del Consiglio non si candida.”
Insomma un fiume in piena: a parte che noto come il ddl sulla legge elettorale è stato spostato al 25 di maggio(insieme ai famosi €80) quando lo aveva promesso per fine febbraio, vediamo questa famosa riforma del lavoro che dice: Da Il Fatto Quotidiano:
(24 Febbraio)
Porteremo immediatamente alla vostra attenzione una riduzione a doppia cifra del cuneo fiscale con misure serie, irreversibili, non solo legate alla revisione della spesa, che porterà già nel semestre 2014 risultati immediati. Tagliare la spesa pubblica che non serve è una priorità se si vuol creare spazio per una riduzione del carico fiscale. Il primo impegno è lo sblocco totale dei debiti della pubblica amministrazione attraverso un diverso utilizzo della Cassa depositi e prestiti; dobbiamo avere il coraggio di far emergere in modo netto, chiaro ed evidente che ogni centesimo speso dallo Stato debba essere visibile online da parte di tutti. il secondo impegno sarà la costituzione e il sostegno di fondi di garanzia anche attraverso un rinnovato utilizzo della Cassa depositi e prestiti, dell’unica reale e importante questione sul tappeto, quella delle piccole e medie imprese che non riescono ad accedere al credito; infine prometto un piano di investimenti da diversi miliardi di euro in scuola ed edilizia scolastica, coinvolgendo i sindaci, anche attraverso l’allentamento del patto di stabilità.”
(28 febbraio)
In 15 giorni immaginiamo di dover mettere in campo la proposta sul lavoro che è molto urgente perché ci viene chiesta non solo dalle istituzioni internazionali ma da quel 12 per cento di giovani e cinquantenni che hanno perso lavoro e non riescono a ritrovarlo; La politica è l’unica risposta alla crisi che la società sta vivendo, possiamo dare una risposta reale. Il mio augurio è che tornando a casa proviate i brividi, un senso di vertigine e di preoccupazione per questa sfida a cui ci chiama il Paese.”
La Stampa(12 marzo):” L’intervento più importante è il taglio delle tasse: dieci miliardi di euro che da maggio resteranno ai cittadini. La platea coinvolta è quella dei redditi sotto i 25.000 euro, cioè circa dieci milioni di italiani.Sono mille euro netti all’anno in più in busta paga a chi ne guadagna meno di 1.500 al mese. lo sblocco dei debiti della Pubblica amministrazione (22 già pagati, altri 68 miliardi entro luglio); il taglio del 10% dell’Irap per le aziende che sarà finanziata con l’aumento dal 20 al 26% della tassazione sulle rendite finanziarie, la partenza è prevista dal 1° maggio; il piano per l’edilizia scolastica da 3,5 miliardi; costo dell’energia giù del 10% per le imprese da maggio; lo sblocco di tre miliardi di fondi europei; l’asta online delle auto blu(100) dal 26 marzo al 16 aprile; il rafforzamento del fondo di garanzia per i crediti alle Pmi.I dubbi sono legittimi ma le coperture sono evidenti. Sarà un’operazione di portata storica: riforma del Senato inclusa, o chiudo con la politica.”
Il Fatto Quotidiano(22 Marzo)”  Ecco una prima analisi dei punti principali del Job Act.
Taglio dell’Irap del 10 per cento finanziato dall’aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie. L’Irap vale 33 miliardi all’anno e serve a finanziare la sanità delle Regioni. Irap privata, vale 20 miliardi, dovrebbe comunque trovare 2 miliardi di copertura.
Energia: ridurre il costo del 10 per cento per le aziende attraverso un taglio degli “incentivi cosiddetti interrompibili”. Martedì sera a Otto e Mezzo Renzi aveva un’idea completamente diversa: tagliare gli oneri di distribuzione, cioè far pagare il conto alle reti (Terna e Snam) e ai venditori di energia. Tagliare questi incentivi “interrompibili” avrà come effetto immediato quello di far salire i costi per alcune grosse aziende.
Assegno universale per chi perde il lavoro, con obbligo di seguire un corso di formazione e di non rifiutare più di una proposta di lavoro. L’assegno universale esiste già, è l’Aspi e la mini-Aspi introdotta dalla riforma Fornero nel 2012.
Nuovi posti di lavoro. Per sette settori (Cultura-Turismo-agricoltura, Made in Italy, Ict, Green economy, Nuovo Welfare, Edilizia , Manifattura), il Jobs Act conterrà un singolo piano industriale. Il cuore del “piano del lavoro” di Renzi non ha concretezza. Si limita ai titoli.
Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro. Il Codice del lavoro forse va presentato prima di otto mesi, il tempo delle attese non era finito?
Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti. Le forme di lavoro previste dalle attuali normative sono, probabilmente, 40 ma quelle utlizzate non arrivano a dieci: Il contratto unico indeterminato è stato proposto inizialmente da Tito Boeri e Pietro Garibaldi e si basa sull’idea che basti una forma contrattuale in cui il raggiungimento di tutte le garanzie avvenga nell’arco di tre anni.
Legge sulla rappresentatività sindacale e rappresentanti eletti dai lavoratori nei Cda delle grandi aziende. La legge è già in discussione alla commissione Lavoro della Camera. La si potrebbe approvare in poche settimane rendendo felici sia la Fiom che la Cgil. Sull’ingresso nei Cda delle aziende: il sistema tedesco, la Mitbestimmung, prevede la presenza dei lavoratori in Consigli di sorveglianza con possibilità di intervenire sulle scelte aziendali e, anche, di nominare i manager. Ma non di divenire azionisti o amministratori dell’impresa.

Nessun commento:

Posta un commento