Anche oggi la notizia d’apertura del giorno è
dedicata al Malaysia Airline 370 scomparso l’8 marzo scorso, a cui si riferisce
lo scoop del NY Times per cui pare sia stata captata un’intercettazione del
capitano dell’aereo dopo lo spegnimento della scatola nera. L’aereo che stava
sorvolando lo stretto di Malacca, tra l’India ed il Vietnam, non è stato più
segnalato a causa, probabilmente, di un’azione dei due piloti che
volontariamente o no, hanno deviato la rotta. Pare infatti che il segnale ACARS
sia scomparso l’8 marzo intorno alla 01:08 ora locale; il segnale transponders
è stato disabilitato alle 01.20 circa, ed alle 01.30 il capitano ha comunicato
ai passeggeri la posizione dell’aereo e che tutto procedeva per il meglio. Il
Ministro della difesa Hishammuddin ha assicurato che si sta investigando su
tutti i 239 passeggeri a bordo. Notizia europea del giorno invece, ci sono i seggi
aperti in Crimea, fino alle 21 italiane, per il referendum sulla secessione dall’Ucraina
e la conseguente adesione alla Russia.
Due i quesiti, in tre lingue (russo, ucraino e
tartaro), posti nella consultazione: “siete a favore della riunificazione
della Crimea con la Russia come entità costituente?” e “Siete a favore
dell’applicazione della costituzione della repubblica di Crimea del 1992 e
dello status della Crimea come parte dell’Ucraina?”. A quattro ore
dall’apertura dei seggi, Sebastopoli ha fatto già registrare un record di affluenza, oltre il 50%. Ovunque bandiere russe, manifesti contro la Nato,
appelli a votare sì perché “il futuro dipende della vostra scelta” si
legge nei poster elettorali affissi dappertutto. I militari russi controllano
le strade: è una presenza massiccia e visibile. ” Al voto anche nella
capitale della Crimea, Simferopoli ed a Bakhcisarai.
La cosa particolare è che l’esito sarà
accettato solo dalla Russia e da pochi suoi alleati (neanche la Cina),
visto che l’Occidente ha già annunciato che non riconoscerà il referendum. “Non
ha alcun valore legale” ha detto solo ieri il presidente della Repubblica
francese François Hollande annunciando sanzioni già da lunedì 17. Tempistica confermata dal
ministro della Difesa italiano Roberta
Pinotti.
Infine dall’Italia Matteo Renzi sta per annunciare, forse, il suo primo vero
colpo: l’accordo sullo scambio di
informazioni fiscali con la Svizzera.
Al Tesoro – spiegano al Fatto
Quotidiano, stanno ultimando gli ultimi dettagli tecnici
sul testo che verrà formalizzato a breve. Tanto Mario Monti che Enrico Letta avevano lavorato in questa direzione ed il
secondo insieme a Saccomanni, ha evidentemente fatto un buon lavoro se ora Matteo Renzi si appresta
a chiudere la vicenda positivamente dopo poche settimane di permanenza a
Palazzo Chigi.
I temi da risolvere sono quelli della questione
del libero accesso al mercato italiano da parte delle banche svizzere, quella del regime fiscale dei lavoratori frontalieri e della
cancellazione della Svizzera dalla “lista nera” italiana.
Il secondo atto di questo processo è la presentazione di un nuovo decreto sulla voluntary disclosure, ovvero sul rientro
volontario dei capitali esportati illegalmente all’estero. La notizia è buona
anche dal punto di vista del gettito
fiscale. Non si sa esattamente a quanto ammontino i
depositi di denaro detenuti illegalmente all’estero da cittadini italiani, ma
le varie stime li quotano tra i 150 e i 200 miliardi di euro.
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