Oggi è la Giornata della
Terra, chiamata anche Earth Day, il giorno in cui si ricorda l'importanza di
salvaguardare il nostro pianeta. La giornata della Terra si celebra ogni anno,
il 22 aprile, un mese e due giorni dopo l'equinozio di primavera e ha lo scopo
di ricordare a tutti le problematiche del pianeta, dall'inquinamento
all'esaurimento delle risorse non rinnovabili. La sensibilizzazione della
popolazione verso i problemi della Terra è lo scopo principale di questa
giornata dedicata al nostro pianeta.
Oggi in America c’è una
ricorrenza particolare: un fenomeno in stile anni Ottanta che, dai teatri al
grande schermo, ha trascinato il pubblico in balli sfrenati in salsa rock e Rhythm
and blues. Anno 1975 Dan Aykroyd è un
ventenne di Toronto che cerca di sfondare come cabarettista, trovando spazio
nella TV canadese; John Belushi, al contrario, è già annoverato tra i migliori
comici statunitensi . I due s'incontrano
nella città capoluogo dell'Ontario e ne nasce subito una grande amicizia, oltre
che un sodalizio artistico foriero di immediati successi. La vetrina di prestigio si presenta con il Saturday
Night Live, Belushi ne diventa una colonna portante con imitazioni e sketch irresistibili; di qui l'idea di
proporsi come Blues Brothers,
accolta con riserva dagli autori del programma . Il vero debutto viene
rimandato di due anni, nel corso dei quali definiscono l'immagine storica della
band, di cui entrano a far parte musicisti di un certo livello. Cappello e
completo nero, occhiali da sole calati sul naso: è così che si presentano al
pubblico del Saturday Night Live, il 22
aprile 1978. E' il loro esordio ufficiale sul piccolo schermo, che segna
l'inizio di un fenomeno musicale, e non solo, destinato a occupare la scena per
gran parte degli anni Ottanta. A sei mesi dal debutto registrano il primo album
Briefcase Full of Blues, in versione live, che si piazza ai piani alti delle
classifiche, guadagnando due "dischi di platino". La tragica morte
per overdose di Belushi, nel 1982, non ferma la band, che prima della fine
degli anni Novanta arriva a produrre complessivamente quattro album live e due
in studio. Il 22 aprile 2001 infine
moriva Indro Montanelli, giornalista, saggista e commediografo, per 40 anni
alla guida del Corriere della Sera e per 20 alla guida de “Il Giornale”, pubblicò
anche dei libri di storia. Nel 1943
visse il disfacimento dell'8 settembre e si associò al movimento Giustizia e
Libertà; nel 1944 fu arrestato per aver scritto un articolo ritenuto
diffamatorio del fascismo. Nel 1945 Buzzati del Corriere della Sera gli diede una pagina intera a disposizione;
nacque la rubrica «Montanelli pensa così», che divenne poi «La Stanza di
Montanelli», uno spazio in cui il giornalista rispondeva ai lettori sui temi di
attualità più caldi. In breve tempo diventò una delle rubriche più lette
d'Italia. Fra gli episodi che Montanelli
ritenne a posteriori più importanti nella storia della sua conduzione del
Giornale, vi furono due campagne, entrambe lanciate nel 1976. La prima fu la
raccolta fondi lanciata a favore delle vittime del terremoto del Friuli, che in
poche settimane raccolse tre miliardi di lire. L'altra campagna fu l'invito a
votare per la DC :dinanzi alla crescita del Partito Comunista Italiano,
Montanelli sollecitò gli elettori moderati a impedire la salita al potere del
partito di Berlinguer con uno slogan poi divenuto celebre:« Turiamoci il
naso e votiamo DC. »
Nel 1977 Montanelli fu vittima
a Milano di un attentato, tesogli dalla colonna milanese delle Brigate Rosse. L'attentatore
gli sparò otto colpi consecutivamente, colpendolo due volte alla gamba destra,
una volta di striscio alla gamba sinistra e alla natica, secondo una pratica
definita – con un neologismo coniato in quel periodo – «gambizzazione».
Tutta la stampa italiana diede
grande rilievo all'attentato contro Indro. Con due significative eccezioni: Il
Corriere della Sera, diretto da Piero Ottone, e La Stampa, diretta da Arrigo
Levi. Più ironico sulla Repubblica fu il vignettista
Giorgio Forattini, che raffigurò l'allora suo direttore Eugenio Scalfari
nell'atto di puntarsi una pistola contro il piede dopo aver letto la notizia
dell'attentato a Montanelli, suggerendo che ne invidiasse la popolarità.
Quanto al rapporto con
Berlusconi, il sodalizio terminò burrascosamente nel 1994 con la discesa in
campo del Cavaliere: secondo quanto racconta Marco Travaglio, in una delle
visite di Montanelli presso la villa di Arcore, Berlusconi gli fece visitare il
proprio mausoleo funebre e, al termine della visita, giunti presso la sala dei
loculi, gli avrebbe offerto un posto vicino a Previti, Dell'Utri e se stesso.
Ma Montanelli declinò l'offerta, rispondendo ironicamente con l'incipit di una
preghiera liturgica: «Domine, non sum dignus» ("O signore, non sono
degno").
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